Psicosomatica e somatopsichica

(Da: Iniziazione alla reflessologia del piede, un approccio psicosomatico, di Angelo Luciani, ed: Mediterranee, 1998)

 

Per "psicosomatica" si intende la ricerca e lo studio delle interazioni e dei rapporti tra mente e corpo. Questo concetto è ora molto più chiaro dopo aver approfondito alcuni concetti della Medicina Tradizionale Cinese, la quale aveva intuito, molto prima di noi, che la salute non è solo assenza di malattia, ma il conseguimento di un dinamico equilibrio psicofisico da parte dell'individuo, inteso come entità olistica superiore ai meccanismi funzionali che lo compongono, equilibrio che si estende all'ambiente circostante ed al mondo intero. Non esiste una netta distinzione tra psiche e soma se non tracciata dalla tagliente lama del concettualismo occidentale, taglio talmente netto che oggi in occidente psiche e soma sono studiati da due diverse branche del sapere, la medicina e la psicologia, che pretendono entrambe di avere in mano le chiavi conoscitive dell'essere umano.

La psicosomatica approccia l'individuo nella sua globalità perché non esiste un essere soltanto fisiologico come non ne esiste uno puramente psichico, ma solo un'entità compenetrata da energia e materia in continuo interscambio, un intreccio dai limiti sfumati di componenti fisiche e psichiche, sfere grossolane osservabili direttamente, sfere sottili osservabili indirettamente attraverso le manifestazioni esterne; la psiche, che normalmente releghiamo all'interno della testa, in realtà ci avvolge ed è diffusa in tutto il corpo; ogni apparato, ogni organo, ogni cellula, come l'intero essere ha un suo psichismo che gli permette di essere presente in tutto il corpo e di abbracciare in sé le funzioni di tutto il corpo.

Questo significa che in tutte le nostre manifestazioni esistono componenti fisiche e componenti psichiche. La malattia stessa si manifesta simultaneamente con componenti fisiche (l'ulcera ad esempio), e componenti psichiche (tensione nervosa), malattie che sembrano essere esclusivamente fisiche, contengono in sé il proprio nocciolo psichico, e viceversa malattie che sembrano essere esclusivamente psichiche hanno un loro corrispettivo somatico e somatizzato.

In occidente la psicosomatica si pone come nuova scienza e come medicina "energetica" che si propone di intervenire, quando possibile, preventivamente curando la malattia a livello delle alterazioni energetiche e funzionali, prima che si determinino alterazioni organiche, o psichiche.

Infatti un assunto della psicosomatica dice che non esiste la malattia ma soltanto uomini ammalati, nel senso che quello che viene definito malattia è soltanto la manifestazione esteriore di uno squilibrio che appartiene all'organismo intero ed all'essere nella sua globalità, la spia accesa a segnalare un qualcosa di molto più vasto che non va, ed al tempo stesso un moto ed il tentativo dell'organismo per ritrovare un sufficiente equilibrio: la malattia rappresenta l'unico equilibrio possibile per un organismo in quel dato momento.

Nella medicina occidentale si scambia il sintomo per la causa e si agisce chimicamente per sopprimere il sintomo, metaforicamente è un po' come tagliare il filo della spia senza risolvere il guasto, mentre la causa scatenante si manifesterà nel tempo in altra forma via via sempre più grave e con sintomi rinforzati e più acuti. Prendiamo ad esempio la febbre, che è il sintomo di un avvenuto attacco batterico e la risposta di difesa dell'organismo a quel determinato attacco, che alza la temperatura corporea per "bruciarlo", per alterare il terreno e l'habitat nei quali proliferano i batteri. A questo punto, la cultura medica occidentale ci porta ad assumere farmaci che vanno ad agire sulla termoregolazione corporea per abbassare la febbre senza prestare attenzione alle cause dello squilibrio. L'attacco batterico, è in sé non l'insediarsi dall'esterno di una malattia, ma l'abbassamento della potenzialità delle nostre difese immunitarie nel settore colpito, dovuto ad uno squilibrio interno che è alla radice di tutto. Noi stessi prepariamo il terreno a quello che poi chiamiamo "aggressione patologica esterna", interno ed esterno, come psiche e soma, hanno i contorni ed i confini sfumati e compenetrati.

Partendo da questo si potrebbe aggiungere, in una chiave di lettura "psicosomatico-esoterica", che nemmeno gli incidenti esistono, ma sono la manifestazione esteriore, nel campo della realtà vivibile e direttamente percepibile, di nostri squilibri interiori. L'assioma che definisce questo è che "l'incidente è una malattia esterna, la malattia è un incidente interno". Come se noi stessi, inconsciamente e profondamente, preparassimo gli eventi esterni e gli incidenti, come manifestazione-proiezione dei nostri moti interiori, e come necessarie prove, ostacoli e lezioni di vita da affrontare sul nostro cammino evolutivo per portare alla luce determinati contenuti e prenderne coscienza.

Quando agenti disturbanti e perturbanti sia esterni che interni minano l'equilibrio omeostatico e psicofisico di un individuo, se non vengono immediatamente individuati e risolti, dopo un periodo più o meno breve di gonfiaggio e di incubazione, questi si muoveranno "invadendo" altri piani, livelli o componenti dell'individuo, dando vita all'evoluzione di una patologia.

Schematicamente possiamo suddividere i livelli in quattro settori e simbolicamente possiamo rappresentarli usando la metafora dell'iceberg, perché soltanto un quarto di questo (il livello somatico) emerge dalle acque ed è quindi direttamente osservabile:

(figura: iceberg)

Lo squilibrio e quindi i disturbi e la patologia seguiranno la via psicosomatica o quella somatopsichica a seconda di dove si trovino le proprie radici. Uno squilibrio che nasce a livello psicologico e continua ad essere alimentato e rimosso passerà, in un lasso di tempo variabile a seconda dei soggetti, della consistenza e delle variabili in gioco, al livello energetico dove si manifesterà con un abbassamento e spesso con un blocco dell'energia vitale a livello generale; da qui, se preventivamente non verrà individuato e curato passerà al livello funzionale dove comincerà a minare le funzioni psico-corporee dell'organismo in modo ancora molto sfumato e non direttamente percepibile ma dal quale si verrà a somatizzare nel livello fisico colpendo direttamente un settore od un organo, spesso in modo irreversibile, se si lascerà che la sua evoluzione patologica progredisca.

Un problema che per esempio nasce a livello psicologico e porta ad un accumulo di rabbia ed alla mancata manifestazione della collera repressa a causa di un non accettato rapporto di lavoro o di un rapporto sentimentale che vacilla, porterà, se protratto nel tempo e a seconda della soglia soggettiva di tollerabilità del dolore (in questo caso psicologico), a delle disfunzioni nella sfera energetica che potranno essere avvertite come un affievolimento dell'energia personale e della voglia di vivere e gioire, da qui passerà al livello funzionale dove si farà sentire come digestione pesante, sonnolenza, metabolismo e ritmi biologici alterati, e da dove passerà infine a scatenare le patologie (ed in molti casi le degenerazioni tumorali) legate alla sfera del fegato (organo-funzione bersaglio degli eccessi emozionali collerici).

Al contrario un problema meramente fisico potrebbe portare nel tempo ad alterazioni della sfera psichica evolvendo per la via somatopsichica, direttamente attraverso l'impulso doloroso (lesione fisica che porta squilibrio mentale per via del dolore) o indirettamente come nel caso di una mutilazione di un arto, che se non accettata, porta alla modificazione negativa della percezione del proprio corpo ed al rifiuto della propria immagine.

La maggiore alleata della psicosomatica, avamposto nella ricerca scientifica avanzata, è costituita dalla già citata: "psico-neuro-endocrino-immunologia" che riscopre la precisa identità della malattia psicosomatica e dà ragione a quella che sembrava essere una bizzarra fantasia della M.T.C..

Le nuove, dilatate frontiere della biologia molecolare dovute anche ad una tecnologia in rapida espansione, hanno portato alla luce le basi biologiche delle interrelazioni fra le varie parti dell'organismo. Si è dimostrata l'unitarietà del sistema nervoso con quelli endocrino e immunitario, collegati sia per via nervosa, sia per via umorale. Infatti, accanto alla connessione determinata dall'innervazione afferente ed efferente di milza, timo, linfonodi e midollo osseo, è stata individuata la presenza di neurotrasmettitori e ormoni. Il sistema endocrino infatti, condiziona gli aspetti comportamentali ed anche l'attività degli organi immunocompetenti.

Il sistema immunitario viene considerato un vero e proprio organo di senso, preposto a riconoscere schemi non cognitivi, quali virus e batteri. L'esercito di difesa dell'organismo, costituito dai linfociti, oltre a combattere le aggressioni esterne, informa il cervello in tempo reale (ecco perché le malattie infettive sono sempre accompagnate da una sensazione di malessere).

Si torna quindi ad una visione olistica dell'uomo, colto in un equilibrio globale con il concorso, anche, di messaggeri umorali. Le alterazioni di questo sistema omeostatico predispongono alle patologie ed ai blocchi energetici soprattutto nelle fasi critiche della vita quali lo sviluppo e l'invecchiamento o nei periodi particolarmente stressanti ed ad alta reattività emotiva.

Un'accellerazione ed una conferma a queste ricerche è venuta dalla scoperta del "NGF" ("Nerve Growth Factor", fattore di crescita nervoso) scoperto dalla professoressa Rita Levi Montalcini, e dei sistemi peptidergici. L'NGF è il vero coordinatore dei sistemi nervoso, endocrino ed immunitario che presiedono all'equilibrio omeostatico dell'organismo, avendo in sé la proprietà di stimolare la differenziazione di questi sistemi e favorire tra di essi la comunicazione.

Già nel quarto secolo avanti Cristo Platone affermava: <<questo è il grande errore dei medici del nostro tempo: tenere separata l'anima dal corpo.>>, e questa è anche la battaglia della medicina psicosomatica che è andata al di là della statica visione del corpo così come ce la offrono i testi di anatomia, ed è riuscita ad afferrare il corpo come realtà vivente nelle sue vesti dinamiche del movimento, delle emozioni e del vissuto immaginario.

Uno dei pionieri della psicosomatica è Wilhelm Reich, che andò oltre il limitante modello psicanalitico di Freud radicato sui simboli del linguaggio, cercando nei segni e nei significati del corpo i mezzi essenziali di espressione della psiche. In "analisi del carattere" egli afferma: <<Ogni pensiero corrisponde a un atto che comporta la liberazione di un influsso nervoso che parte dal cervello e va verso i muscoli che devono affrontare questo atto aumentandone il tono. Se lo stesso pensiero è sempre presente e l'atto è riprovato o autocensurato, allora il soggetto trattiene nei muscoli efferenti un tono esageratamente elevato, dando così luogo alla tensione nevrotica>>.

A questo proposito Alexander Lowen, fondatore della "Bioenergetica" scrive: <<L'espressione corporea è la visione somatica della tipica espressione emotiva che sul piano psicologico viene vista come carattere >>. Lowen mette il corpo e la mente sullo stesso piano di importanza e individua i fenomeni energetici come causa sia delle dinamiche mentali, sia di quelle fisiche, ed il corpo, in quanto direttamente osservabile è l'elemento essenziale di comunicazione. Con il linguaggio verbale si può mentire e nascondere, e molto spesso il significato delle parole non corrisponde alla realtà per deformazione del codice linguistico comune o per diversa impostazione culturale, ma il corpo in quanto tale non può tacere né nascondere, né tantomeno mentire. Esso comunica attraverso codici definiti comunicazione non verbale, esprimendo sinteticamente ed in modo coerente modalità di messaggi molto complesse. Il corpo è il filtro del linguaggio della nostra mente attraverso il quale si esprime e si manifesta l'Io che percepisce, che vive e pensa. Approcciare il corpo significa penetrare un sistema di codici esprimenti le sue più profonde sensazioni per decodificarne i messaggi interiori che ci parlano dei traumi profondi che spesso sono impressi nel volto, nei tessuti muscolari e nella pelle del paziente.

Leggere il corpo significa leggere la psiche, leggere la psiche è leggere le emozioni, leggere le emozioni significa leggere il corpo.

L'Io corporeo si definisce attraverso esperienze di tipo tattile, cinestetico e articolare che si sviluppano nella prima infanzia e nel corso della vita e che rappresentano la struttura emozionale di base riassumendo tutti i vissuti corporei. Esso è già predisposto interamente all'atto della nascita, il neonato è una potenzialità inespressa totale, ma che viene attivata attraverso i processi corporei dell'evoluzione del sistema nervoso.

L'esperienza dell'amore rappresenta il primo nutrimento del bambino, l'essere amato e considerato è la prima condizione per il suo sviluppo armonico. Quando quest'armonia non si instaura o viene interrotta, la carenza e la sofferenza di questa fase della vita si rispecchieranno, in età adulta, nella sfera mentale come in quella fisica.

A. Lowen, in "Tradimento del corpo" dice: <<Un'immagine carente del corpo denota sempre un rapporto disturbato tra madre e figlio, dato che la madre è la persona più coinvolta nei bisogni fisici del bambino. Poiché l'identità del bambino nei primi anni di vita è principalmente corporea, sarà la qualità del contatto fisico madre-bambino a formulare la giusta identità >>.

Già a livello fetale il nascituro interagisce con il suo ambiente attraverso funzioni sensoriali perché esse contribuiscono alle primitive coniugazioni fra emozioni, organo ed ambiente, e di conseguenza alla formazione di nuclei preaffettivi e schemi protostatici. Molti sintomi nevrotici negli adulti contengono desideri insoddisfatti della primissima infanzia ed addirittura della vita prenatale e fetale.

Da ciò si deduce che un approccio terapeutico centrato sul corpo, sul recupero della sensorialità e dei suoi vissuti emozionali profondi è di fondamentale importanza per favorire la regressione e quindi la presa di coscienza dell'aspetto psichico disturbante.

Quindi riassumendo, il sintomo, la malattia e lo squilibrio, sono le manifestazioni esterne di una causa legata al nostro vissuto emozionale negativo, formato da esperienze traumatiche e dolorose. Questi vissuti emozionali si manifestano sia nel mondo fisico che nel mondo mentale, attraverso un linguaggio simbolico e codificato che coinvolge anche la sfera fantasmatica, creando così, strato su strato, una terza struttura, che si pone a cavallo fra quella fisica e quella mentale e che definisce i rapporti tra queste ultime per vie psicosomatiche o somatopsichiche; questa è la sfera che ci indica le chiavi di comprensione dell'individuo e contemporaneamente il piano che si offre spontaneamente per un approccio terapeutico. Le discipline, le tecniche, le teorie di ricerca esposte in questo libro, riguardano ed agiscono esclusivamente e direttamente su questo piano, con lo scopo di individuare e capire prima, e sbrigliare le energie bloccate nei traumi e nelle emozioni represse poi, favorendo l'integrazione psicosomatica profonda del paziente. 

Definiamo questo piano intermedio o terza struttura come: corpo-emozionale, che è il risultato di ricordi traumatici non liberati, blocchi emozionali ed energetici rimossi dalla coscienza ma somatizzati nel corpo, relegati come bombe pronte ad esplodere nelle profondità dell'inconscio, e presenti sotto forma di un'immagine simbolica nell'immaginario individuale. Le componenti di questo corpo-emozionale, non potendo essere accettate in un dato momento dell'evoluzione e della maturità della persona rimangono imprigionate nell'intimo, bloccando la quasi totalità del flusso energetico-vitale, fino a quando non avranno modo di essere capite, accettate ed elaborate dalla coscienza.

Tali problemi ed un corpo emozionale "ispessito" ed "appesantito", portano anche al blocco delle potenzialità e delle spontanee manifestazioni innate, istintuali e archetipiche dell'essere umano, blocco che possiamo dividere in tre diverse sfere di livellamento psicofisico e di somatizzazione a livello corporeo funzionale ed energetico

Chiameremo blocco energetico inferiore la repressione delle potenzialità vitali e sessuali, blocco che si manifesta psicosomaticamente nelle parti basse del corpo: gambe, bacino, organi sessuali, apparato urinario, intestini, osso sacro, l'ultima parte della colonna vertebrale e quindi la parte più bassa ed "antica" del sistema nervoso.

A livello psicologico e comportamentale-relazionale vengono inibite le funzioni sessuali ed istintuali, si instaura un calo ed un "vuoto" di energia vitale a tutti i livelli.

Chiameremo blocco energetico superiore la repressione delle potenzialità emotive e d'amore, blocco che si manifesta psicosomaticamente nella parte alta del corpo ma che spesso innesca e comprende quello inferiore. La zona si estende dall'ombelico al collo, comprendendo gli arti superiori; è la zona del cuore, intesa anche come psichismo e del plesso solare che presiede alla funzionalità emotiva presso il sistema nervoso. A livello psicologico viene bloccata la sfera affettiva ed emotiva, la capacità di dare e ricevere amore, e la capacità di sentire con il cuore, ne conseguono individui "anestetizzati" ed insensibili, con un carico di dolore profondo che prima o poi scoppierà.

Chiameremo infine, blocco energetico totale la repressione delle potenzialità spirituali e di individuazione. Blocco che si manifesta psicosomaticamente nella testa ma comprende sia il blocco superiore che quello inferiore, manifestandosi come blocco totale dell'individuo.

La mente e l'intero sistema nervoso sono catturati da questa sorta di incantesimo dovuto alla mancata realizzazione dell'individuo, alla negata espressione e manifestazione delle sue intime qualità, all'annichilimento spirituale e alla scomparsa del senso e dei valori della vita, nei suoi occhi ormai spenti non si legge che il buio e l'abisso, e spesso è molto tardi, spesso difficile per riportarci la luce.

Nella parte che segue entreremo nelle tecniche specifiche e nella pratica terapeutica tenendo ben presente quanto detto fin qui. Abbiamo creato e fertilizzato, attraverso un approccio alla filosofia orientale, l'esplorazione della medicina tradizionale cinese e l'interpretazione psicosomatica, il terreno per sviluppare la nostra tesi.

Partiamo quindi dal corpo considerando il suo vissuto profondo, e se gli squilibrii patologici dell'individuo seguono la via psicosomatica, la nostra risposta sarà sul corpo, l'equilibrio verrà ripristinato per via somatopsichica tracciando un decorso involutivo inverso al percorso evolutivo dello squilibrio.

Ecco che il "toccare" assume per noi tonalità particolari. Il toccare attraverso il massaggio viene espresso dalla mano, che è l'organo del fare e dell'agire, che instaura relazioni profonde cariche di contenuti affettivi ed emozionali. Attraverso il toccare e lo sfiorare i lineamenti del piede, l'andare in profondità, il sentire in profondità, l'accedere negli intimi meccanismi psicofisici, la qualità del toccare assume il ruolo di "attivatore" o "rilevatore" di fantasie a partenza corporea, che soprattutto nelle patologie psicosomatiche appaiono bloccate da quella che è stata indicata come la somatizzazione delle emozioni.