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Vivere come un’Unità
Di: Beverly Champion
In quell’inestimabile guida al vivere
quotidiano, “La chiave della Teosofia”,
Madame Blavatsky raccomandava: “Per
essere teosofi ci si deve persuadere a vivere come un’unità, a comportarsi
correttamente e procedere con umiltà e che ci sarà sempre chi rifiuterà di
vedere la differenza essenziale fra Teosofia e Società Teosofica - fra l’idea e
la sua espressione imperfetta. Non si ripeterà mai abbastanza che tra l’ideale
astratto e il suo veicolo c’e una differenza molto importante”.
Quest’anno, il 17 novembre duemila, il “veicolo” celebra i suoi
centoventicinque anni e, anziché riflettere soltanto sulla nostra storia, siamo
chiamati a guardare avanti nel nuovo secolo e a cercare di definire quale
potrebbe essere il ruolo più utile della Società Teosofica in questo nostro
mondo interattivo che cambia così rapidamente.
Non
si può negare che il conflitto umano stia ancora creando grandi problemi nel
mondo d’oggi e che esista un’urgente necessità per una migliore cooperazione ed
intesa.
Ci è stato detto che una delle ragioni che
portarono alla fondazione della Società Teosofica fu di “far lievitare” le menti di quel momento storico e rigenerare così
la coscienza dell’essere umano.
Il termine “far lievitare” fu una scelta interessante poiché, a parte la
sostanza che è aggiunta all’impasto per il pane per provocarne la
fermentazione, significa anche permeare, trasformare, modificare e temprare.
Questo
è sicuramente ancora un obiettivo principale della Società Teosofica, perché influenzare
il modo di pensare dell’umanità significa influenzare la qualità dell’intera
esperienza della vita.
Il concetto di quest’influenza deve essere
diffuso e chiaramente compreso.
Secondo
me, questa diventerà una delle intenzioni da sviluppare da parte della Società
Teosofica: spiegare, in altre parole, il potere universale della mente e il
ruolo cruciale dell’essere umano in evoluzione, così da imparare ad utilizzare
e comprendere il nostro straordinario ed unico contributo.
Noi viviamo in un’epoca caratterizzata da
rapidi cambiamenti tecnologici, ben lontana dal mondo di centoventicinque anni
fa.
Oggi le nostre facoltà mentali devono essere
sviluppate in modo crescente e il messaggio della nostra interconnessione
necessita di essere costantemente riaffermato, se vogliamo raccogliere la sfida
lanciata da Helena Petrovna Blavatsky a “vivere
come un’unità”.
Non possiamo uscire da questo nostro rapporto
con il flusso principale della coscienza che continuamente ci crea il mondo.
Faremmo bene a ricordarci del vecchio
proverbio che dice che
In
quanto membri della Società Teosofica, siamo costantemente consapevoli di come
operi questo potere, allo stesso modo con cui usiamo le nostre facoltà umane
d’immaginazione, pensiero, linguaggio e azioni che ne conseguono? L’influenza
che esercitiamo con la nostra reale presenza nel mondo è benefica o no?
Ci è stato riferito che il ritmo o la velocità
alla quale l’evoluzione procede, dipende dal grado di coscienza risvegliata
nell’essere umano.
Se è così, il concetto merita una
considerazione critica.
In “La
chiave della Teosofia” Madame Blavatsky afferma: “In sociologia, come in tutte le branche delle scienze positive, è
valida la legge universale di causa ed effetto. Inoltre, ciò implica, come
logica conseguenza, la solidarietà umana su cui
In verità, come potrà
Nelle “Lettere
dei Mahatma ad A. P. Sinnett” ci
viene data una traduzione della visione illuminata del Buddha riguardo la
catena di causa ed effetto della sofferenza umana.
Si parla anche della cessazione del dolore o,
in altre parole, della via per uscirne!
La nostra letteratura teosofica contiene
tanti dettagli sul modo di porre fine alla grande quantità di sofferenza umana
che è così palese nel mondo. Queste
verità sono state date dai maestri dell’umanità e rimane la domanda: cosa
dobbiamo farne?
Centoventicinque anni fa l’appena fondata
Società Teosofica fu incaricata non solo di introdurre quanti più possibile
nobili concetti sull’unità della vita ma anche di formare un nucleo di
fratellanza universale. Il termine “nucleo”,
così come “far lievitare”, fu una
scelta interessante e identifica una parte centrale attorno alla quale altre
sono connesse, un nocciolo, un seme da cui prenderà vigore la primavera.
In
quanto membri del tempo presente, come dobbiamo valutare il nostro lavoro?
I primi membri furono sfidati ad educare la
gente con la conoscenza secondo la quale il mondo è soggetto all’operato delle
leggi universali. Madame Blavatsky
scrisse: “
Affermò
inoltre che
Sicuramente questa visione è valida oggi come
sempre ed è necessario che queste verità vengano rese ampiamente accessibili e
continuamente riaffermate, persino più vitali.
Il nostro è un mondo dolente;
I membri sanno che
In verità, noi non stiamo cercando di convertire nel significato consueto del
termine ma
A dispetto dei libri fai-da-te oggi
reperibili, il secolare non soddisfa più ma anzi si evidenzia una profonda sete
di spiritualità.
Fu fondata come esperimento per dimostrare
che è possibile una coesistenza pratica, a prescindere dalla cultura e dai
credi.
Il filosofo italiano Giuseppe Mazzini,
affermò: “Ciò che è solo un’ipotesi in un
certo momento storico, diventerà un principio nei periodi successivi”.
Non è compito della Società Teosofica quello
di far lievitare le menti in un dato tempo? Il nostro ruolo sembrerebbe essere
quello di influenzare il pensiero mondiale verso una comprensione dell’unità e
di cambiare i pregiudizi radicati di separatismo, così evidenti nella nostra
era materialistica.
Se noi agiremo per adempiere i Tre Scopi
della nostra Società, avremo bisogno di far di più per incoraggiare una
pubblica percezione del potenziale umano e il nostro ruolo individuale in
questo processo.
Comunque, se nei nostri centri teosofici non
promuoviamo attivamente quell’eterno messaggio che è
Nel tentativo di essere considerati
principalmente una organizzazione “ad
ombrello”, coinvolgente, che studia tutte le religioni, le scienze e le
filosofie, potremmo esagerare nell’ospitare file di oratori invitati ad
apparire sulle nostre tribune, a venderci il loro personale messaggio.
Quando prepariamo i programmi dei gruppi
succede spesso di invitare qualunque relatore sia disponibile, senza pensare
all’importanza del tema per i fini della Società.
Ciò si giustifica come coerente con l’idea di
libertà di pensiero, così preziosa per la visione teosofica della vita.
Se l’impegno è soltanto quello di compilare il
programma ogni settimana, allora c’è davvero un reale pericolo di cadere
nell’organizzazione “ad ombrello”,
principalmente per favorirne l’utilizzo da parte di altri gruppi.
Se la struttura della conferenza si presenta
antiquata, come molti la considerano, cerchiamo allora di utilizzare
attivamente nuove vie tecnologiche per diffondere gli eterni insegnamenti di
saggezza che siamo stati incaricati di trasmettere.
Anche piccoli gruppi di discussione informali
dislocati qua e là, possono essere molto efficaci.
G. R. S. Mead chiese ai primi membri: “Cosa ci proponiamo di realizzare,
riunendoci in gruppi all’interno della Società, se non di rendere questa uno
strumento utile alla rigenerazione dell’umanità - di fare, invero, della
Società Teosofica un nucleo dal quale, nelle età a venire, si possa sviluppare
una reale fratellanza universale?”
Madame
Blavatsky ci sfidò a lavorare per un domani luminoso. Affermò che
Disse
che, sebbene questo non sarebbe accaduto nel ventesimo secolo, ci sarebbe stata
una chiara probabilità per l’umanità nel ventunesimo, sempre che si fossero
incontrate certe condizioni.
Nonostante H.P.B. non abbia specificato
queste condizioni, potremmo ipotizzare che includano una generale accettazione
dell’unità di tutta la vita; il rispetto per
Il
fine era di reintrodurre gli eterni insegnamenti di saggezza rintracciabili in
tutte le religioni e filosofie e di esplorare il potenziale di quell’entità che
è l’essere umano.
Forse
l’ultima proposta menzionata sarà da ricercare laddove
Il presente articolo è tratto da “The Theosophist” del Novembre 2000.
Beverly Champion è
Traduzione di Fabrizio Ferretti.