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Breve introduzione ai Misteri di Eleusi
Di: Paolo Menarin
I riti misterici nell’antichità
Fornire una definizione breve del concetto di riti misterici è
compito assai arduo.
Infatti è difficile compendiare in poche righe quello che nel mondo antico fu un fenomeno di culto molto diffuso ed assai articolato.
Ad ogni buon conto, ed in estrema e riduttiva sintesi, i riti misterici
possono definirsi quali riti particolari di natura iniziatica che offrivano
agli iniziandi la possibilità di accedere alla Conoscenza( sia “assoluta”, sia
focalizzata su determinati campi artistici o scientifici), alla Verità e, di
conseguenza, ad una vita migliore dopo la morte.
Basti in questa sede sottolineare che l’Inno omerico a Demetra (versi
480-483) a proposito recita: “(…) felice tra gli uomini che vivono
sulla Terra chi ha contemplato queste cose! Chi non ha conosciuto i
sacri riti e chi vi ha partecipato non avranno lo stesso destino nel soggiorno
tenebroso(…)”.
L’iniziando poteva appartenere a qualsiasi rango sociale, quindi
in linea teorica poteva essere iniziato chiunque (maschio o femmina senza distinzioni
di sorta) fosse pervenuto alla pubertà.
In realtà venivano iniziati solo gli individui che fossero
ritenuti degni dai sacerdoti che erano preposti ai riti misterici.
Caratteristica comune a tutti i riti in parola era la
segretezza, infatti tutti gli iniziandi prestavano un preventivo e solenne
giuramento in tal senso. Violare detto giuramento era considerato un vero e
proprio sacrilegio. Clemente d’Alessandria ci ha tramandato che tal Ipparco il pitagorico
rivelò le dottrine segrete e i riti iniziatici conferiti dal Maestro, (; ?) la
conseguenza fu che egli venne cacciato dalla scuola e gli fu elevata una stele
funeraria come fosse morto.
Da altre frammentarie fonti si apprende che coloro che
rivelavano le dottrine misteriche subivano un destino diverso dalla damnatio
memoriae, che pare corrispondesse addirittura alla condanna a morte.
Al di là delle congetture, gli individui che si macchiavano di
questa onta dovevano essere quantomeno isolati se non reietti dalla società, in
quanto anche il poeta Orazio ci riferisce che non si sarebbe azzardato ad
attraversare il mare su una nave su cui viaggiasse qualcuno che aveva rivelato
dei riti misterici a non iniziati.
La ragione per cui i riti misterici erano segreti consta nel
fatto che gli uomini antichi (così come ci ricorda Giuliano Imperatore nelle Orazioni)
credevano che
Infatti
Gli antichi, partendo dagli assunti sopra compendiati,
ritenevano che gli iniziandi dovessero essere persone accuratamente selezionate.
Purtroppo, vista la carenza delle fonti, non ci è dato saper con esattezza
quali fossero i criteri per giudicare una persona degna di essere un iniziato.
La segretezza che attorniava i riti misterici riecheggia fino
ad oggi, tanto che sia gli studiosi sia i semplici amatori della materia trovano
non poche difficoltà nella ricostruzione delle ritualità e nella conseguente
interpretazione esoterica delle stesse, in quanto le fonti sono poche,
frammentate nonché probabilmente manipolate nel corso dei secoli dai vari
estensori e traduttori succedutisi.
Le celebrazioni dei riti misterici erano diffuse (con non poche
varianti) su tutto il bacino del Mediterraneo, ad esempio in Egitto erano celebrati
i Misteri di Iside ed Osiride, a Creta quelli di Zeus, ad Argo quelli di Hera,
a Cipro quelli di Afrodite, in Persia quelli di Mitra etc. etc.
I Misteri di Eleusi - Premessa
I misteri di Eleusi (detti anche Orfici, di Demetra e
Persefone, nonché Dionisiaci) erano quelli più antichi (pare che l’origine sia
da datarsi in epoca pre-ellenica), famosi ed ambiti dai potenziali iniziandi,
questo verosimilmente perché erano celebrati nei dintorni di Atene, culla della
filosofia e vero e proprio faro di conoscenza nel mondo antico.
Da fonti certe sappiamo che iniziati ai misteri di Eleusi
furono personaggi pubblici come Asclepio, Platone, Ippocrate e Socrate tra i
greci; Silla, Cicerone, Antonio, Augusto e Claudio tra i romani di età
repubblicana e dei Cesari; Adriano, Marco Aurelio, Antonino Pio, Commodo e
Giuliano imperatore tra i romani di età tardo-imperiale.
Dal punto di vista della localizzazione geografica, è bene specificare
che Eleusi (oggi Elefsina, prefettura dell’Attica Occidentale) sorgeva a
Come sopra accennato, i riti erano presieduti da Demetra e
Persefone che, secondo una felice interpretazione pare che, in luogo di essere
semplicemente madre e figlia, fossero in sostanza la stessa persona, che rappresentava
la ciclicità cosmica tipica del pensiero degli antichi, che si contrappone al
concetto lineare del tempo caratterizzante le religioni rivelate. In tempi più
recenti i riti sarebbero stati presieduti anche da Dionisio.
In questa sede, per mere ragioni di spazio, non potremo affrontare gli aspetti (pur non secondari per una completa comprensione dei Misteri di Eleusi) di interpretazione dei miti, volendo soffermarci sugli aspetti attinenti agli aspetti rituali ed all’interpretazione esoterica degli stessi.
Ellenismo, filosofia e Anima
Prima di affrontare l’analisi dei vari riti di iniziazione
misterici è doveroso premettere alcune fondamentali considerazioni sull’Anima
che l’Ellenismo dava per acquisite.
Per gli antichi era naturale pensare che l’Anima preesistesse
alla vita umana. Essa dapprima della discesa sulla Terra (c.d.“incarnazione”) ha
abitato libera, felice e perfetta nel mondo intellegibile (superiore), annessa
a quella Intelligenza Eterna (Nous), e quasi parte di Essa.
L’Anima ha appreso dal Nous il Logos (la ragione).
Successivamente essa ha cominciato ad allontanarsi e a discendere, fino a
pervenire (per gradi) dalle sfere astrali alla sfera lunare dove ha ricevuto il
soffio della Vita. Successivamente, sempre più appesantita dalle passioni e per
questo sempre più umida, l’Anima è stata attirata verso
In estrema sintesi, e seguendo la teoria della tripartizione tradizionale,
da Una è divenuta triplice essendo composta dall’anima razionale (I), l’anima
eroica (II) e l’anima carnale (III).
L’anima razionale era dono (parte) dell’Intelletto Supremo,
l’Anima eroica normalmente avrebbe voluto tendere verso l’alto pur essendo frenata
dalla sua stessa natura inferiore rispetto al Nous, mentre l’anima carnale era
dominata dalle umane passioni.
Finché l’Anima era rinchiusa nel corpo e il pensiero (Spirito)
era vincolato all’anima eroica e/o all’anima carnale, l’uomo era giocoforza soggetto
alla sofferenza, perché in tal guisa le anime eroica e carnale prevalevano
sulla prima, quell’anima razionale dono dell’Intelletto Supremo.
Tutte le anime derivavano dallo stesso principio originario, peraltro
esse non erano uguali, nel senso che non erano partite dallo stesso punto né
(probabilmente) sarebbero pervenute tutte allo stesso livello. Esse tantomeno
si manifestavano sulla Terra in modo eguale: ad esempio alcune erano qui per
espiare, altre per illuminare etc., ma tutte avrebbero avuto un unico fine:
quello di risalire per ricongiungersi all’Intelletto Supremo.
Non è detto peraltro che tutte le anime sarebbero state in
grado di risalire: alcune di esse per libera e sciagurata scelta decidevano di
non farlo e scendevano ulteriormente financo più in basso delle condizioni umane.
Ad ogni buon conto, era naturale che l’anima tendesse a
risalire, per tornare al luogo di partenza, e quindi tornare a far parte dell’Intelletto
Supremo.
L’iniziazione è morte
Fatte queste doverose e sintetiche premesse, si può ora
affrontare il tema delle iniziazioni misteriche eleusine.
Al fine di imparare a “risalire” verso il
Nous, bisognava essere iniziati.
L’iniziazione per gli antichi non era altro che una morte, l’iniziato
imparava quindi a morire, perché la morte era il viatico unico ed
imprescindibile verso il ritorno all’Intelletto Supremo.
A questo proposito Platone nel Fedone
ci
dice che “coloro che praticano seriamente
Allo stesso modo e seguendo questi principi, coloro che
ricevevano l’iniziazione ad Eleusi si comportavano, come di seguito meglio specificato,
come coloro che morivano.
Condizioni di ammissione ai Misteri di Eleusi – I sacerdoti
Abbiamo già specificato che ai Misteri potevano essere iniziati
tutti coloro che ne fossero degni, senza distinzioni di sesso o di rango sociale.
Peraltro l’iniziando doveva non aver commesso crimine, doveva
essere cittadino ateniese e parlare la lingua greca. Doveva essere fatta un’offerta
al tempio di Demetra di 30 Dracme (prezzo alla portata di tutti).
La cittadinanza ateniese poteva essere acquisita (in epoca
tarda) con metodi più o meno ortodossi, mentre pare che non si potesse prescindere
dal parlare greco.
I sacerdoti preposti ai riti erano detti Mistagoghi, essi
erano guidati da uno Ierofante, che era investito di una grande autorità. Detta
carica era vitalizia e non è escluso che lo Ierofante avesse autorità (o quantomeno
molta influenza) anche in campo civile. Etimologicamente il termine è composto
dall’aggettivo ieros (sacro) e phantes, dal verbo
phaino
(mostrare,
svelare ma anche interpretare), quindi letteralmente lo Ierofante era colui che
“svelava
il sacro”.
I sette gradi di iniziazione
Gli antichi credevano che l’Anima, nell’allontanarsi
dall’Intelletto Supremo, discendesse sulla Terra attraverso sette gradi.
Allo stesso modo quindi, onde tornare a ricongiungersi alNous,
era necessario ascendere attraverso sette gradi di iniziazione.
Ad Eleusi infatti i riti misterici si svolgevano attraverso
sette gradi di iniziazione, di cui i primi tre c.d. “inferiori”, altri
tre c.d. “superiori” e l’ultimo c.d. “supremo”:
1. iniziazione ai piccoli Misteri;
2. iniziazione ai grandi Misteri;
3. iniziazione all’epoptia (intuizione) o visione degli Dei
4. iniziazione della Corona;
5. iniziazione Sacerdotale;
6. iniziazione Ierofantica o regale;
7. iniziazione Suprema;
Vediamoli uno per uno tenendo presente che, naturalmente, molto
pochi arrivavano oltre al secondo/terzo grado di iniziazione e pochissimi al
settimo.
Iniziazione ai Piccoli Misteri
Giuliano imperatore ci ha riferito che i Piccoli Misteri
venivano celebrati quando il sole era nell’Ariete, mentre i Grandi Misteri
(così come i successivi gradi di iniziazione) quando il sole era nello Scorpione.
Da altre fonti si desume che le iniziazioni avvenivano intorno
alle giornate corrispondenti agli equinozi.
Ad ogni buon conto, almeno per quanto concerne i Piccoli
Misteri, tutte le fonti convergono a collocarli in corrispondenza
dell’equinozio di primavera (21 Marzo).
I Piccoli Misteri non venivano celebrati ad Eleusi, bensì ad
Atene, nel sobborgo di Agra, ove vi era un altro tempio dedicato a Demetra e Persefone.
I Piccoli Misteri corrispondevano a dei riti purificatori e a
delle consacrazioni preliminari all’iniziazione ai Grandi Misteri.
Le fasi dell’iniziazione erano le seguenti:
- veniva eseguito un esame pubblico preliminare dei candidati
presso il tempio di Demetra e Persefone, onde verificare che le condizioni di ammissibilità
ai riti fossero rispettate;
- i candidati ammessi giuravano pubblicamente di mantenere il segreto
in ordine a quanto andavano ad apprendere;
- i candidati compivano la prima aspersione nelle acque del fiume
Illisso, simboleggiante la loro purificazione;
- l’iniziando quindi si spogliava dei propri beni tramite svestizione
simbolica e rituale;
- successivamente i candidati passano più notti in tenda, a simboleggiare
i tempi in cui l’uomo viveva come bestia senza agricoltura.
Durante queste notti dormivano nel c.d. “sonno
iniziatico”, teso a rappresentare la morte quale viatico per il ritorno
verso l’alto;
- i candidati procedevano successivamente ad una bevuta purificatoria
collettiva delle acque del fiume Illisso;
- il rituale si completava con una purificazione mediante danze e
musica. Pare (anche se le fonti sono frammentarie) che si svolgesse una
danza che figurava i movimenti degli astri nel firmamento, il
tutto teso
a simboleggiare la ciclicità caratterizzante il Cosmo.
Iniziazione ai Grandi Misteri
A seconda delle fonti, dobbiamo collocare la celebrazione dei
Grandi Misteri in settembre, ottobre o novembre, comunque circa sei/sette mesi dopo
quella dei Piccoli Misteri.
La spiegazione più logica (anche se non suffragata) parrebbe
quella secondo cui i riti relativi ai Grandi Misteri iniziassero a settembre
per concludersi in corrispondenza dell’equinozio, e successivamente si procedesse
fino a novembre inoltrato con le iniziazioni ai gradi successivi di cui si è
accennato sopra e si dirà diffusamente innanzi.
Il principio fondamentale dei Grandi Misteri è (come in molti
gradi di iniziazione) la morte simbolica.
Nel periodo intercorrente tra l’iniziazione ai Piccoli Misteri
e l’iniziazione ai Grandi Misteri (circa sei mesi come già accennato) gli iniziati
pare dovessero rimanere casti, stare a digiuno dall’alba al tramonto, evitare
contatti con i cadaveri (quindi non mangiare carne) e con donne in gravidanza,
nonché rimanere in un silenzio meditativo. Non deve stupire l’imposizione di un
periodo di silenzio così lungo, alla scuola pitagorica in circostanze analoghe
ad un iniziando veniva obbligato un periodo di silenzio di ben 5 anni.
L’iniziazione si sviluppava nelle seguenti fasi:
- il 13 del mese (probabilmente di settembre) gli efebi (novizi)
si recavano da Atene ad Eleusi (circa
- il giorno 14 il corteo ripartiva alla volta di Atene, per pervenire
a sera sull’Acropoli;
- il giorno 15 sull’Acropoli ogni iniziando veniva raggiunto da
un sacerdote (il mistagogo) che l’avrebbe accompagnato per tutta la durata del
rito. In quella sede vi era una ulteriore e pubblica verifica delle condizioni
di ammissibilità ai Misteri;
- il giorno 16 i candidati ripartivano alla volta di Eleusi, ma
si fermavano in riva al mare per immergervi un maiale onde purificarlo.
L’animale (che veniva successivamente sacrificato),
simboleggiava l’uomo decaduto, il non iniziato che si gongola nel fango della
materialità delle passioni umane;
- i giorni 17, 18 e 19 proseguiva il viaggio dei candidati per Eleusi.
Essi si fermavano a recare offerte floreali a Dionisio, nonché a rendere
omaggio al tempio di Asclepio e compiere altri rituali considerabili “minori”;
- il giorno 20 il corteo arrivava ad Eleusi ed i candidati, pena l’espulsione,
dovevano recitare di fronte ai sacerdoti (mistagoghi) la formula segreta che
attestava la loro iniziazione ai Piccoli Misteri.
Il giorno 21 cominciavano le prove iniziatiche, tese a far sperimentare
ai candidati la morte e la rinascita nella consapevolezza.
Il tutto si articolava nelle seguenti fasi:
- gli iniziati compivano una rituale (e spaventosa discesa agli inferi),
guidati dai rispettivi mistagoghi. La discesa avveniva in cunicoli bui o
semibui, ed era afflitta da apparizioni spaventose che rappresentavano le
passioni terrene. Pare che i cunicoli fossero infestati da serpenti e ragni
velenosi, oltre che da belve feroci. Sembra che gli eventi fatali non siano
mancati (almeno in tempi arcaici) in questa fase dell’iniziazione. Il candidato
comunque doveva procedere per il cunicolo senza esitazioni e senza mai voltarsi
(pur essendo verosimilmente tentato ed indotto in tutte le maniere a farlo), il
tutto teso a simboleggiare la necessità dell’abbandono della vita terrena senza
rimpianti;
- dopo questo viaggio spaventoso, il candidato veniva posto
davanti ad un tribunale, il quale lo condannava a subire delle non meglio precisate
(perché non meglio specificate dalle fonti) pene simboliche a fronte delle
colpe commesse in vita. Seguivano abluzioni purificatorie e guaritrici;
- l’iniziando quindi beveva simbolicamente l’acqua che doveva procuragli
oblio, il tutto teso a simboleggiare la necessità di dimenticare la vita
terrena onde non rimanere più preda delle passioni ingannatrici che la
caratterizzavano;
- a questo punto i candidati si lanciavano verso la luce, contemplando
contemporaneamente delle splendide apparizioni ed unendosi a cori celesti, il
tutto volto a rappresentare l’ascesa dell’anima verso l’Intelletto Supremo.
Iniziazione all’Epoptia, o intuizione.
Anticamente tra l’iniziazione all’Epoptia e quella dei Grandi Misteri
di cui sopra, dovevano intercorrere non meno di cinque anni.
Anche questa iniziazione consisteva in un viaggio simbolico dal
buio verso la luce, e l’iniziato all’Epoptia era colui che non avrebbe più fatto
uso della mente discorsiva (ragione) essendo ormai giunto alla consapevolezza
della contemplazione intuitiva (intuizione).
Quindi l’intuire avrebbe portato l’iniziato oltre l’esperienza,
rendendolo consapevole della sacralità e dell’unità della vita.
L’iniziazione si articolava nelle seguenti fasi:
- i candidati si dovevano lanciare bendati attraverso un
corridoio nella simbolica ricerca della luce e quindi della conoscenza. La loro
benda gli veniva tolta e rimessa più volte, a simboleggiare la difficoltà della
ricerca;
- appariva loro quindi una guida (un mistagogo) che li
accompagnava verso l’alto, quindi verso la luce;
- tramite la ricerca e grazie alle indicazioni della sua guida, l’iniziando
perveniva quindi all’illuminazione, e veniva così anche fisicamente inondato da
un fascio di luce;
- gli veniva poi rammostrata una spiga recisa illuminata, a
simbolo della luce insita nell’uomo fin dalla nascita, che era però portata a pieno
spiegamento solo dall’iniziazione;
- veniva altresì rammostrato al candidato un simulacro di un
fallo reciso, a simboleggiare l’eliminazione del pensiero raziocinante a favore
dell’intuizione pura.
Iniziazione della Corona
L’iniziazione della Corona era il primo dei tre gradi
iniziatici c.d. “superiori”.
Colui che aveva beneficiato di tale iniziazione assurgeva al
rango di “dignitario”, egli quindi avrebbe potuto diventare un
mistagogo, poeta, medico o anche capo politico all’interno della società
civile. Chi non era stato iniziato alla Corona non poteva ricoprire nessuno
degli incarichi, né svolgere alcuna delle professioni sopra citate.
L’iniziazione della Corona ripercorreva simbolicamente tutte le
fasi discendenti ed ascendenti dell’anima e cioè la beatitudine, la caduta, la liberazione,
la rigenerazione ed il ritorno alle altezze.
Vediamo le fasi di questa iniziazione:
- l’iniziando insieme agli altri candidati faceva inizialmente
parte di un coro di beati ed era dotato fisicamente di ali (finte,
naturalmente), essi contemplavano simbolicamente l’Intelletto Supremo (Nous);
- improvvisamente l’iniziando veniva privato fisicamente delle
sue ali e gettato in catene al buio, ciò era teso a simboleggiare la caduta dell’Anima
dalle altezze in cui era parte del Nous;
- egli veniva lasciato al buio ed incatenato, ma i mistagoghi gli
prestavano cura ed assistenza e lo aiutavano a ricordare (si ritiene tramite il
metodo socratico) lo stato di beatitudine in cui versava prima della caduta;
- l’iniziando cominciava quindi a ricordare e la luce della Conoscenza
riaffiorava nel suo Spirito rigenerando le ali della sua Anima, che gli
venivano fisicamente restituite;
- l’iniziando, finalmente libero dalle catene (simboleggianti l’ignoranza
e le passioni) che lo opprimevano e di nuovo dotato delle proprie ali, le
dispiegava in un volo simbolico onde tornare alle altezze dell’Intelletto
Supremo, la sua Anima da molteplice (cfr. supra) tornava
Una;
- all’iniziato, finalmente rigenerato e di nuovo in “volo”, veniva infine
consegnata una Corona, simbolo della rigenerazione spirituale.
Iniziazione sacerdotale
Con questa iniziazione il candidato assurgeva al rango di
Sacerdote (inteso come Filosofo).
Il compito del Filosofo era quello di elevarsi fino a
contemplare ciò che è veramente reale, quindi tornare sulla Terra per essere da
Guida (c.d. “tornare alla caverna”).
Egli quindi, in altre parole, doveva essere nel mondo senza
essere del mondo.
Le fasi di questa elevata iniziazione (che ricalca il “mito
della caverna” di Platone) erano le seguenti:
- l’iniziando era fisicamente incatenato, insieme ad altre
persone, nel fondo di una caverna, dal quale poteva contemplare la realtà in
modo frammentario e distorto (vedendo solo le c.d. “ombre”
delle
cose reali proiettate sulla caverna);
- un sacerdote, che rappresentava
- egli, accompagnato dal Sacerdote che lo aveva liberato, saliva
su di un ripido e pietroso pendio a simboleggiare sia l’ascesi verso la conoscenza,
sia le difficoltà che si incontrano in detto cammino;
- salito finalmente sopra il pendio, l’iniziato contemplava la verità
e veniva “illuminato” da un fascio di luce;
- l’iniziato, ormai assurto al rango di Filosofo, doveva quindi tornare
sulla Terra per insegnare agli uomini
- a questo punto l’iniziato veniva fatto sedere insieme ad altri filosofi
allo stesso desco, in tale frangente erano rappresentati simbolicamente anche i
filosofi del passato;
- l’iniziato raggiungeva quindi un luogo inondato di luce (ormai rappresentante
la sua intima essenza) e ripuliva dal fango una statua d’oro, il tutto teso
simbolicamente a rappresentare il Filosofo che monda se stesso e il mondo dalle
impurità;
- l’iniziazione si concludeva con l’iniziato che, di fronte a
tutti gli altri sacerdoti, salutava dicendo: “Salve, Io sono
davanti a Voi un Dio immortale”.
Iniziazione Ierofantica o Regale
Nelle società più arcaiche le funzioni del Re e del c.d. “Gran
Sacerdote” (Ierofante nel nostro caso) erano sostanzialmente assimilate.
Quindi le due funzioni venivano spesso confuse su(in?) un’unica
persona fisica, ma se per caso le funzioni fossero state separate, la dignità
era comunque pari tra coloro che vi erano investiti. Per queste ragioni la
terza delle iniziazioni di Eleusi c.d. “superiori” era detta
Ierofantica o Regale.
Onde meglio comprendere le fasi di questa iniziazione,
ricordiamo brevemente le funzioni regali e sacerdotali nell’antichità: il re
aveva natura divina, era medico, filosofo e musico, presiedeva all’agricoltura,
influenzava i fenomeni naturali, era pastore, nocchiero e auriga.
Le fasi di questa iniziazione erano le seguenti:
- l’iniziando veniva posto per un determinato periodo di tempo a guardia
di un gregge (che rappresentava evidentemente il popolo);
- successivamente egli si ritirava in un antro ove, tramite riflessione
e meditazione, doveva svincolarsi dalle passioni umane per poter diventare una
guida perfetta;
- doveva successivamente compiere una traversata a nuoto onde lasciare
simbolicamente il proprio vecchio nome in fondo al mare.
Compiuta la traversata egli, ormai trasfigurato, assumeva una
nuova identità;
- veniva quindi purificato tramite miele (cibo degli dei) e fuoco
(che lo mondava definitivamente dalle passioni terrene);
- successivamente, accompagnato da un altro Re o da un altro Ierofante,
doveva scalare una altura, il tutto teso a simboleggiare l’irto e faticoso
cammino per pervenire all’illuminazione;
- egli faceva quindi ingresso nel Santuario ove, da solo, contemplava
la divinità faccia a faccia ricevendo così l’illuminazione perfetta, diventando
così capace di illuminare a sua volta;
- in seguito gli venivano insegnati tutti i segreti per conferire
iniziazioni e governare;
- l’iniziazione si concludeva con il ritorno in mezzo al popolo che lo accoglieva come trionfatore.
Iniziazione Suprema
Tale iniziazione è l’ultima, la più alta e la più ricca di
simboli.
L’iniziato raggiungeva un intimo rapporto con il divino,
diventando divino egli stesso.
Il rito era compiuto dall’iniziato da solo, egli sorpassava
simbolicamente due statue, ANIMA e INTELLETTO poi, a piedi nudi e nell’acqua,
compiva un cammino a spirale a simboleggiare d’aver trovato il Suo Centro.
L’iniziazione si concludeva con l’iniziato che si illuminava contemplando,
ammirando e compenetrandosi nel BENE e nel BELLO tramite la visione di due
statue che Li rappresentavano.
Le celebrazioni dei Misteri durarono fino al 396 d.C. quando i Visigoti di Alarico distrussero il tempio di Demetra. Pare che l’ultimo Ierofante sia mancato ai vivi in quello stesso frangente.