Il lato nascosto delle festività cristiane
Di: C.W. Leadbeater
Queste note sull’anno liturgico,
originariamente erano destinate al primo volume della “Scienza dei Sacramenti”, ma poi trovammo che c’erano molte più
cose da dire al riguardo di quelle che possono essere compresse in un capitolo
e che sembrava meglio dedicarvi un volume separato.
Il libro in gran parte è la
trascrizione di alcuni sermoni tenuti ad una congregazione, per i cui membri le
idee qui contenute erano nuove. A causa del molto lavoro non ho più avuto il
tempo di dare organicità agli scritti e quindi vi si troveranno occasionali
ripetizioni e forme colloquiali ma sembra la cosa migliore lasciare che essi
vengano comunque diffusi perché in ogni modo possano essere di una qualche utilità
agli studenti della Chiesa Cattolica Liberale e delle religioni in generale.
C.W. Leadbeater
Dio ha un piano per l’uomo e questo
piano è l’evoluzione. Da Lui veniamo e a Lui ritorneremo.
I filosofi orientali ci dicono che
siamo sul “Nivritti Marga”, il
sentiero di ritorno e un poeta moderno ha detto la stessa cosa con altre
parole: ”Lo scopo della vita è quello di
ri-salire verso Dio”.
Uno di questi è la preparazione
dell’anno liturgico, che differisce in qualche modo da quello della vita
civile.
Generalmente parlando, esso si divide
in due parti. La prima è dedicata al metterci di fronte, in modo drammatico, i
veri stadi del sentiero che abbiamo da percorrere, mentre la seconda alle
applicazioni pratiche di quello che ci è stato insegnato. In tutte e due le
sezioni sono disseminate varie festività, ciascuna delle quali serve a
ricordarci qualcosa di importante e a sollecitarci a fare uno sforzo speciale,
in tali occasioni, legato all’evento stesso. E, per rendere questo più facile,
in quei momenti vi è un riversarsi supplementare di forze dal mondo superiore.
Come diciamo nel nostro rituale: “La
prima parte dell’Anno Liturgico, dall’Avvento alla Pentecoste, è dedicata alla
commemorazione delle varie scene nel Mistero-Dramma della vita di Cristo, che è
poi quello di ogni cristiano, come sottolineò Origene”.
Ci sono quattro stadi principali in
questo processo. Coloro che si sono interessati a tale argomento da un altro
punto di vista, sanno che nelle religioni orientali essi sono chiamati “Le Quattro Grandi Iniziazioni”. Tutto
ciò si trova anche nel Cristianesimo, ma le parole sono diverse.
La prima è simbolizzata nella nascita del Cristo – ovvero quella prima Grande Iniziazione che è la nascita dell’uomo nella Grande Fratellanza Bianca, quella che nei Vangeli viene sempre definita come “Regno dei Cieli”. Non possiamo capire i Vangeli, trarne un senso, se consideriamo il Regno dei Cieli come il Paradiso dopo la morte. Se riusciamo a comprendere che il Regno dei Cieli è una grande comunità di esseri viventi, potremo intuire perché è difficile, gravoso per l’uomo ricco entrarci e potremo vedere come tutte le promesse fatte al riguardo siano esatte alla lettera, altrimenti non avrebbero alcun senso.
Nella prima iniziazione ha luogo anche
la nascita del Principio Cristico nell’uomo, poiché la monade e l’Ego - Spirito
e Anima per usare termini cristiani – diventano Uno per un meraviglioso
momento.
Il secondo di questi grandi stadi o iniziazioni è
simboleggiato dal Battesimo di Nostro Signore. Non dobbiamo confonderlo con
quello che viene impartito ai bambini. E’ quello di cui parlava Giovanni il
Battista: “Io vi battezzo con l’acqua, ma verrà dopo me Colui che vi
battezzerà con lo Spirito Santo e col Fuoco”. C’è un “riversamento”
dell’Iniziazione al Candidato, a quella seconda grande cerimonia, che ha davvero
tutta l’apparenza di un Battesimo di fuoco.
La trasfigurazione è la
rappresentazione della terza di queste grandi iniziazioni, poiché
veramente
Passando alla quarta troviamo che la
gente pensa che sia un’Iniziazione davvero terribile: sebbene sia anche una di
quelle di più grande gloria, visto che il candidato soffre
Se leggiamo il resoconto della vita di
qualche mistico che sia passato attraverso questo meraviglioso stadio, noteremo
quanto questi eventi si susseguano da presso l’uno all’altro e quanto il Cristianesimo
li rispecchi fedelmente. Vedremo inoltre come di solito ci sia un piccolo “trionfo
terreno” come quello del Cristo nella domenica delle Palme e dopo sempre un
complotto di nemici per fare cadere in disgrazia il candidato; ci sono di
continuo incomprensione e malintesi che lo riguardano e lo mettono in cattiva
luce e, dopo questo passaggio, viene la grande gloriosa Risurrezione oltre le
sofferenze, nella vita eterna – eterna per quanto riguarda questo mondo, poiché
l’uomo che ha fatto quel passo non ha più bisogno di rinascere ancora su questa
terra.
Dopo di ciò viene il quinto gradino,
l’ultimo di tutti, quello che fa dell’essere un Superuomo.
Esso è simboleggiato dall’Ascensione in
cielo e dalla discesa dello Spirito Santo. C’è un’immensa quantità di dettagli
in cui non entrerò ora, ma si può comunque vedere come l’interpretazione
simbolica sia coerente e ragionevole. Non c’è discussione contro di essa,
mentre l’affermazione che il resoconto sia storico può essere contestata su
ogni punto.
Molti degli eventi descritti come accaduti realmente nell’ultima vita di Cristo sono commemorati nel giorno in cui si presume siano avvenuti, sebbene su questo argomento ci siano state, nella storia ecclesiastica, notevoli divergenze di opinione.
Il grande gruppo di festività le cui date
sono determinate dalla Pasqua, cade in giorni diversi del mese ogni anno, ma
viene deciso in riferimento alla luna piena della Pasqua, proprio come
nell’antica Pasqua ebraica.
L’altro gruppo di festività, dipendenti dal
Natale, ha date fisse: l’annunciazione, il Natale stesso, l’Epifania e
Per noi, come per
La prima grande festa dell’anno
ecclesiastico è quella della nascita del Cristo (Prima Grande Iniziazione) ma
Non è solo un modo di dire, quello di
esortare ad essere preparati al Natale durante l’Avvento; il Natale non è solo
un compleanno, la commemorazione della natività del Signore ma anche un momento
in cui si riversano speciali forze spirituali e, se ben preparati, ne riceviamo
con più abbondanza.
Le quattro domeniche dell’Avvento sono
dedicate dai mistici della Inner School of Christianity alla
contemplazione delle quattro qualifiche per la prima Iniziazione:
Discriminazione, Assenza di desiderio, Buona condotta e Amore, ma di questo non
è rimasta traccia nella Chiesa moderna, salvo la sostituzione del rosa col
viola come colore per la terza domenica.
Come spiegato nella nostra Liturgia(e più
esaurientemente nel primo libro di questa serie: “La scienza dei Sacramenti”),
Nei periodi di preparazione (Avvento,
Quaresima e Vigilia di Ognissanti) il colore scelto come più utile è il
porpora, che irradia luce ultravioletta e ha proprietà purificanti e risananti.
All’incirca verso la metà dell’Avvento e della Quaresima c’è una domenica in
cui è prescritto il rosa. In base a certi curiosi equivoci questi periodi
preparatori sono stati considerati come momenti di penitenza e di afflizione e
si supponeva che la domenica “in rosa” fosse stata introdotta come una
specie di mitigazione del dolore, un momentaneo sollievo dall’austerità. Una
teoria più attendibile spiega che, essendo il nostro amore per Dio l’unico
motivo del nostro tentativo di autopurificazione, questo drammatico cambio di
colore nel bel mezzo della stagione ha lo scopo di ricordarci il profondo e
vero affetto che deve sottostare e permeare ogni sforzo che facciamo, se esso
deve avere un successo duraturo. Deve ricordarci anche la gioiosità che
dovrebbe caratterizzarci per tutto l’anno, poiché non è con l’afflizione senza
costrutto per i nostri peccati, ma con la ferma risoluzione a non commetterli
più, che possiamo renderci adeguati ad utilizzare al meglio la gloriosa
festività che si approssima.
Tutta la paura di Dio viene da un equivoco.
La seconda Venuta del Cristo è davvero connessa con una fine; ma non è la fine
del mondo, bensì la fine di un’era. La parola greca AION, è la stessa di
eone in inglese, e proprio come Cristo aveva detto 2000 anni fa,
L’insegnamento sarà certo lo stesso, dal
momento che è apparso in tutte le fedi esistenti le quali, sebbene differiscano
nel modo di presentarlo, sono tutte assolutamente d’accordo nella maniera di
vivere cui chiedono ai loro seguaci di adeguarsi.
Troviamo considerevoli differenze tra gli
insegnamenti esoterici di Cristianesimo, Buddismo, Induismo, Islamismo ma se
esaminiamo gli uomini retti di ciascuna religione e osserviamo la loro vita
pratica, troveremo che conducono tutti esattamente la stessa vita e aderiscono
tutti alle stesse virtù che un uomo giusto deve possedere, tanto quanto
esistono le stesse malvagità. Come persone di buon senso, dobbiamo riconoscere
che le cose davvero importanti in ogni religione non sono le vaghe speculazioni
metafisiche su questioni riguardo alle quali nessuno può veramente sapere
qualcosa di certo, poiché queste non hanno influenza sulla nostra condotta; ciò
che importa sono i precetti che toccano la vita quotidiana, che ci fanno questo
o quel tipo di persone, nelle relazioni con gli altri. Tali precetti sono gli
stessi in tutte le religioni esistenti e così sarà per quelle nuove, quali che
esse siano.
Forse possiamo inoltrarci un pochino nel
considerare quello che Egli insegnerà nella Sua Venuta, poiché c’è qualche
informazione al riguardo che possiamo considerare.
Ricorderete che prima di questo Istruttore
del Mondo la carica era ricoperta dal Signore Gautama, colui che gli uomini
chiameranno il Buddha. Egli era definito Signore della Saggezza. Diede molti
insegnamenti, tutti però centrati sull’idea che conoscenza significa salvezza e
che i mali del mondo provengono dall’ignoranza.
L’attuale Istruttore del Mondo porta il
nome di Maitreya, che vuol dire gentilezza o compassione e, proprio come
il Signore Buddha veniva chiamato Signore della Saggezza, il Maitreya è
definito Signore dell’Amore o della Compassione.
Il Suo discepolo più vicino, S. Giovanni,
che visse molto a lungo (oltre 100 anni), persino nei giorni della sua estrema
vecchiaia, nonostante non riuscisse a tenere più lunghi sermoni, esortava i più
giovani dicendo loro di amarsi gli uni gli altri.
Anche quel piccolo libro che si chiama: “Ai
Piedi del Maestro” e che raccomando vivamente, i cui insegnamenti vennero
impartiti da un Maestro di Saggezza che è lui stesso discepolo dell’Istruttore
del Mondo, è fortemente permeato dallo stesso Spirito di Amore.
Per noi che sappiamo dell’approssimarsi
della sua venuta, l’Avvento non è un tempo di timore ma di gioioso ricordo e di
ancor più gioiosa anticipazione.
Nella Stagione dell’Avvento dovremmo avere
ben presente la necessità della qualità della discriminazione nel prepararci
per la nostra propria Iniziazione e anche per la venuta del Signore.
Potrebbe essere utile per noi pensare a
come questa grande qualità possa essere utilizzata nei nostri sforzi per
diffondere la conoscenza dell’ormai prossima venuta e a come, nel nostro lavoro
di preparazione, possiamo usare la saggezza del serpente tanto quanto
l’innocuità della colomba.
Natale è una delle più grandi
festività della Chiesa, superata forse solo dalla Pasqua, poiché se in questo
giorno celebriamo la nascita del Sole Dio, a Pasqua acclamiamo
Il Cristianesimo, come tutte le altre
religioni, è stato fondato nell’emisfero nord e conseguentemente le sue
festività cadono in un momento poco appropriato, se consideriamo la cosa
dall’emisfero sud.
Questa festa si celebra all’equinozio,
quando il giorno diventa più lungo della notte e simboleggia la vittoria del
Sole Dio sul potere delle tenebre. Era stata istituita migliaia di anni prima
della nascita di Gesù ed è stato abbastanza naturale per
La vera data della nascita di Cristo non la
conosciamo, ma da varie indicazioni sembrerebbe probabile che fosse da qualche
parte in primavera. Il 25 dicembre venne comunque scelto agli inizi della
storia ecclesiastica per la sua coincidenza con la grande celebrazione del Sole
e venne naturale avvantaggiarsi di quella che era già una festa pubblica.
Coloro che non afferrano il significato
simbolico della vita del Cristo naturalmente pensano che tutte queste festività
ecclesiastiche siano semplicemente storiche ma noi che stiamo cercando di
penetrare un po’ più profondamente nella Verità, troviamo interessante cercarvi
significati più profondi.
Quali sono i punti che
1) Non possiamo certamente ignorare
l’aspetto storico del giorno, anche se sappiamo che non è un vero anniversario.
Siamo chiamati, nel giorno di Natale, a considerare la discesa sulla terra del
grande discepolo Gesù, e a ringraziarlo per questo e per tutto ciò che è poi
avvenuto di conseguenza. Fu Lui a dare in prestito il Suo corpo al Grande
Istruttore, così che potesse venire a fondare
Questa idea può sembrare strana a certuni
ma è comunemente accettata da coloro che hanno afferrato il concetto di
reincarnazione, da chi conosce qualcosa del potere e della dignità del Grande
Uno che noi chiamiamo l’Istruttore del Mondo. Egli sa che non sarebbe “economico”
per lui e non sarebbe stato un buon uso dei suoi meravigliosi poteri, occupare
un corpo umano attraverso tutto il periodo della nascita e della crescita,
ovvero di quelli che sono i primi stadi della vita. Così uno dei suoi discepoli
si è fatto carico di tutto questo per suo conto ed Egli, una volta pronto a
farlo, è “entrato” nel corpo pienamente sviluppato e pronto e lo ha
usato per i soli scopi per i quali ne ha preso possesso. Poiché Egli stesso
vive abitualmente su un piano ben più alto e da là porta avanti un lavoro così
magnifico, è così oltre le nostre concezioni, che ci è di poca utilità cercare
di capirlo, se non nelle linee principali.
In questo caso particolare, un discepolo
avanzato del Cristo Signore nacque nell’anno
Comunque sia, noi non lo riveriamo più come
discepolo, ma come Maestro Gesù.
Non è necessario credere nell’esattezza
storica della vita di Gesù, poiché le stesse incantevoli leggende riguardano
anche le altre incarnazioni dell’Istruttore del Mondo ed è piuttosto difficile
supporle valide alla lettera. Ciascuna di queste nascite, però, è un grande
evento ed è portatrice di fenomeni inusuali, provenienti dai piani superiori,
che qualcuno avrà pur visto, tra coloro che in tale periodo vivevano sul piano
fisico.
2) In questa occasione ricordiamo la
discesa della seconda persona della Santa Trinità nella materia e, proprio come
nel ciclo più piccolo dobbiamo profonda gratitudine al Grande Istruttore del
Mondo per
Ci sono molte persone, al mondo, che
affermano di non sentire gratitudine per essere state portate all’esistenza,
poiché la vita per loro è più dolore che gioia e che se fossero state
consultate prima avrebbero preferito non essere qui. Ma chi parla in questo
modo pensa solo a quel poco che sa e vede del grande ciclo della vita, non
conosce niente di quella Gloria che sta davanti a noi e non si rende affatto
conto del potente piano di cui è un’infinitesima parte. Coloro tra noi che sono
tanto fortunati da conoscere almeno un poco di quel glorioso disegno, non
possono far altro che sentirsi pieni di viva ma umile ammirazione per esso,
poiché vedono che, oltre la nostra incapacità del presente stanno la meraviglia
e la bellezza del futuro. Cerchiamo di mostrare gratitudine, allora, provando a
comprendere
3)Come già detto il Natale ci
ricorda la prima delle Grandi Iniziazioni, della quale è un simbolo.
Dobbiamo pensare allora che cosa significa
questa prima Iniziazione per noi – essa è realmente una seconda nascita – una
nascita nella grande Fratellanza Bianca.
L’Istruttore del Mondo è davvero un
Salvatore, ma non solo per l’Iniziato, bensì per tutti noi: i Suoi insegnamenti
sono quelli che ci salvano dall’errore e dall’ignoranza.
In tale occasione non solo dovremo guardare
con gioia al momento in cui questa meravigliosa Iniziazione sarà nostra, ma
dovrebbe pure essere il tempo per la gratitudine per coloro che l’hanno già
ottenuta e quindi ringraziare per i Santi, per l’elevazione che hanno dato
all’umanità e non solo con l’incoraggiante esempio.
So
bene che per molti buoni e onesti cristiani è uno shock sapere che il racconto
del Vangelo non è storia ma mito. Quando si afferma questo, la gente
immediatamente dice: “Ci stai portando via il nostro Gesù, il nostro
Salvatore, negando
Questa
idea che sembra così nuova a molti, non lo è poi per tutti. Era piuttosto
evidente per i più grandi tra i Padri della Chiesa. E’ strana solo per noi,
poiché abbiamo ereditato una buona parte delle ombre del Medioevo. Ormai non è
più il tempo della fede cieca, verso ciò che la nostra ragione ci dice essere
impossibile. Abbiamo bisogno di comprendere il significato di questa bellissima
storia e questo lo possiamo fare facilmente.
Origene,
il più grande tra gli scrittori degli inizi del Cristianesimo, ci spiega la
cosa in maniera molto chiara. Egli afferma che a quell’epoca c’erano, come
certamente ci sono ora, due tipi di Cristiani. Coloro che egli chiamava
Cristiani “somatici”, che significa Cristiani “fisici”,
intendendo dire coloro che credono nella storia come ad una storia. Della loro
dottrina egli diceva: “Cos’altro puoi avere di meglio per l’insegnamento
alle masse?”. Ma aggiungeva come parimenti evidente che i Cristiani “spirituali”
professano una forma ben più alta di religiosità, in cui si possono cogliere i
significati profondi di tutte queste allegorie. La rappresentazione del Cristo,
nelle Sue parabole, è quella di Colui che narra una storia con due significati.
In primo luogo la storia puramente “fisica” per i bambini, che
descriveva (per esempio) come il seminatore svolgeva il suo compito; in secondo
luogo, c’era una spiegazione intellettuale, dove il seme rappresentava la
parola di Dio, il seminatore era il predicatore mentre i differenti tipi di
terreno erano i diversi tipi di cuori sui quali si imprime. Terzo punto: c’era
sempre un significato interiore e, ancor più, spirituale, che non viene rivelato,
che in questo caso particolare è il riversarsi della vita divina sui vari piani
e sui vari mondi.
Origene sostiene che proprio come le parole del Cristo hanno
anche un’interpretazione interiore, così pure l’intero racconto del Cristo ha
un’interpretazione esoterica, che può essere trovata solo se studiamo le
similitudini con le altre rappresentazioni della stessa grande allegoria.
E afferma che, dal momento in cui comprendiamo le verità universali che la narrazione rivela, essa stessa non ha più importanza.
Il suo significato è chiaro, descrive il processo che sta
davanti ad ogni Cristiano.
Le persone che studiano in profondità queste tematiche talvolta
vengono disturbate dal fatto che vi siano molte strette rassomiglianze tra la
leggenda cristiana e quella di altri Soggetti che vennero molto prima del
Cristo, ma dobbiamo accettare l’idea di un complessivo plagio degli Scritti
Cristiani di autori precedenti, o ancora dobbiamo supporre che tutti loro
cerchino di mostrare la stessa grande verità, sebbene ognuno a modo suo.
Questa interpretazione troverebbe conferma in San Paolo, anche
quando dice, nella lettera agli Ebrei: “Dio, che in tempi e modi diversi
parlò, nel passato, ai nostri Padri tramite i profeti…”, intendeva dire non
i pochi profeti ebrei ma tutti i grandi profeti, i Grandi Istruttori del Mondo.
Invece i Cristiani sono ossessionati dall’idea che il
Cristianesimo sia la sola religione e che le altre siano solo superstizioni
pagane.
Questa è un’attitudine ignorante; la gente religiosa dovrebbe
interessarsi a tutte le religioni.
Capita che noi siamo nati (ma non è un caso, dipende anche dai
nostri meriti) in questa razza o paese, dove la religione riconosciuta sia il
Cristianesimo. Non è un caso. E’ quello che ci siamo meritati, poiché le
migliori opportunità per noi sono in questo ambiente, mentre altre persone
meritevoli tanto quanto noi sotto ogni aspetto, vengono alla luce in altri
posti che per loro sono l’opportunità di questa incarnazione.
4)
Nel tempo dell’Avvento,
Capisco che per molte persone, cresciute con la convinzione che
ci sia una sola religione al mondo, sia difficile o strano pensare ad una
seconda venuta del Cristo ma dobbiamo capire che il mondo sta evolvendo
rapidamente e che potrebbe essere necessaria una Sua visita per aiutarci nella
nostra evoluzione.
C’è una grande attesa in tutto il mondo per questa nuova venuta:
gli Hindù aspettano il Kalki Avatara, i Buddisti il Signore Maitreya. Pure tra
i musulmani e gli Zoroastriani c’è la tradizione di questo Grande Essere che
deve venire. E, tra i Cristiani, gli Avventisti del Settimo Giorno e altri
simili, mentre tra noi abbiamo l’Ordine della Stella d’Oriente, che sta
cercando di preparare i suoi membri (ma anche gli “esterni”) alla ormai
prossima venuta dell’Istruttore del Mondo. Il bisogno del mondo è certamente
grande e c’è un passo in una scrittura, molto più vecchia di tutte le nostre,
che afferma: “Quando il male trionfa, io vengo a portare aiuto”.
5)
Non dobbiamo scordare che c’è un altro aspetto della venuta del Cristo – è
quello nel cuore di ciascuno, ovvero lo sviluppo del principio cristico in noi.
C’è
un grande e glorioso mistero in questa affermazione: la meravigliosa e intima
relazione tra
Tale principio è in ognuno di noi, deve essere risvegliato e man
mano che ciò accade, realizziamo cos’è la vera fratellanza tra gli uomini,
poiché capiamo quella che è
6) Tutte le grandi festività hanno anche un altro aspetto
da considerare: esse sono canali speciali di energia, occasioni in cui ha luogo
un riversarsi più grande di potere divino – più grande che nell’ordinario,
intendo. Questo va visto non come una limitazione dell’Onnipotenza di Dio, ma
tenendo in considerazione che in certi momenti talune energie sono più
disponibili che in altri, quando i canali sono liberi, e il Natale è uno di
questi.
Uno dei metodi per riversare sulla terra
Ma anche in occasione di Natale, Pasqua, Ascensione
e Pentecoste, vi è una straordinaria effusione di forze aiutatrici, ciascuna
delle quali proveniente dai piani più alti, con un suo preciso carattere e che
porta del bene a tutti i livelli, senza essere sprecata. Per esempio
nell’Eucarestia vengono i Grandi Angeli in aiuto e il punto centrale
dell’intera Cerimonia,
E
quando una persona è nella condizione di amore, devozione, felicità, dai piani
più alti, in risposta, ci sarà una effusione di amore e benedizioni commisurata
ai suoi sentimenti.
Ci
si potrebbe chiedere perché tale generoso riversarsi non accada sempre. Perché
non sempre siamo pronti a riceverlo. Dio non ci forza, non è il Suo modo di
trattare con noi, non aiuterebbe la nostra evoluzione. Dobbiamo essere aperti,
per ricevere
7)
Infine il Natale è una stagione di gioia, di pace per gli uomini di buona
volontà. Questo spirito natalizio è un vero sentimento di fratellanza, che si
diffonde in quel giorno. Non dovremmo riservarlo solo al Natale, naturalmente e
certamente dovremmo cercare di condividerlo con gli altri, con tutta l’umanità.
La
storia dell’avvento dei Magi, così semplicemente raccontata nei Vangeli, parla
appunto dei “Magi”, o Uomini Saggi, coloro che oggi chiameremmo studenti
del lato nascosto delle cose, e a quell’epoca questo significava anche lo
studio dell’astrologia. Questo spiegherebbe il loro interesse per una stella,
che poi li guidò alla grotta. Dovevano essere rimasti terribilmente
impressionati dal magnetismo che vi percepivano, tanto che lasciarono i loro
doni e, sopraffatti da timore reverenziale, se ne andarono.
I loro doni sono sempre stati interpretati dalla
Chiesa in senso mistico: l’oro indicava che il Bambino era un Re, l’offerta di
incenso denotava la sua provenienza divina e la mirra, essendo una delle spezie
usate per la sepoltura, era una specie di presagio, un simbolo della morte che
Egli si preparava ad affrontare. Poiché i Magi non erano Ebrei, questa è sempre
stata considerata come l’occasione della presentazione di Gesù ai Gentili, a
testimonianza che la missione di Gesù non era solo tra
Prendiamo
a cuore la lezione della Stella. Per tutto l’Avvento ci siamo degnamente
preparati a celebrare la nascita di Gesù, ora questa festività, che avviene
esattamente dodici giorni dopo, ha lo scopo di indicarci come tradurre in
azione tutta quella gioia. Come poter condividere tutto ciò con i Fratelli? I
tre Magi sono stati i primi predicatori mistici, i primi a lasciare la guida
dei loro regni e ad andare nel mondo a testimoniare la nascita del nuovo Re, un
Re non di questo mondo di materia, ma dei cuori e delle anime degli uomini. A
nessuno di noi è richiesto un tale sacrificio, ma possiamo ugualmente portare “la
buona novella” attorno, dedicandovi tutte le nostre energie. Cerchiamo di
essere pronti a riconoscerlo, a seguirlo, e offriamogli l’oro del nostro amore,
l’incenso della nostra adorazione e la mirra del sacrificio di noi stessi, così
Il lato nascosto delle festività cristiane
C.W. Leadbeater
Parte seconda
La Quaresima
La parola Quaresima (“lent”) in inglese significa “primavera”, poiché nell’emisfero nord, dove è nato il Cristianesimo, la Quaresima si osserva necessariamente in quella stagione dell’anno, essendo il tempo della preparazione alla Pasqua, la cui data è determinata dall’Equinozio Invernale.
Essa inizia col mercoledì delle Ceneri, il cui nome curioso deriva da un bizzarro costume medievale, quello di segnare la fronte con la cenere, in quell’occasione, in segno di rincrescimento per i peccati, abitudine derivata dagli antichi ebrei.
Anche ora, nelle chiese di obbedienza romana, i ramoscelli di ulivo benedetti, che sono stati conservati fin dalla domenica delle Palme dell’anno precedente, vengono bruciati nel giorno delle Ceneri e il Sacerdote, immergendo il pollice nella cenere, fa una croce sulla fronte di ciascun fedele prima di iniziare la Messa.
Nella Chiesa Cattolica Liberale non abbiamo adottato questa usanza, non essendo in armonia con la nostra attitudine su questo argomento.
Il fatto di osservare i quaranta giorni di Quaresima era sconosciuto nella Chiesa delle origini. Iniziò con una celebrazione di quaranta ore – non quaranta giorni. È stato calcolato che il Cristo – o meglio il Suo corpo – è rimasto nel Sepolcro all’incirca per quaranta ore e molti seri cristiani pensavano che fosse cosa opportuna e adeguata osservare quel tempo in cui il Corpo di Nostro Signore giaceva nel Sepolcro come un momento di digiuno.
Digiunare allora significava probabilmente una completa astinenza dal cibo, ma quando questa pratica fu estesa ai quaranta giorni, in corrispondenza con quelli del digiuno di Cristo nel deserto, la cosa si fece un po’ diversa e divenne semplicemente astinenza da certi tipi di cibo o dal fare pasti completi.
Ai nostri giorni significa solitamente astensione dal mangiare carne, ma ci sono molte concessioni anche su questo punto.
La Quaresima è considerata come un momento di riflessione interiore e di pentimento per i peccati, ma la Chiesa Cattolica Liberale ha un atteggiamento un po’ diverso e considera questa stagione come un momento di preparazione alla grande Festa Pasquale, poiché sappiamo bene quali siano il potere e l’effetto del pensiero, che sconsigliano di focalizzarsi sui peccati. Si dovrebbe semplicemente invece fare il fermo proposito di non commettere di nuovo quell’errore e passare oltre.
Come disse un grande Maestro: “il solo pentimento apprezzabile è la decisione di non farlo di nuovo”.
Riguardo al digiuno fisico, noi lasciamo i nostri fedeli assolutamente liberi di praticarlo, se lo desiderano, ma non lo raccomandiamo, poiché non ha nessuna virtù in se stesso. L’ascetismo in se stesso non ha nessun valore. La vecchia idea al riguardo, risalente ai tempi pre-cristiani (sebbene io pensi che l’influenza di tale teoria sia giunta al cristianesimo) era che, per sfuggire alla gelosia degli dei per la buona fortuna o felicità degli uomini, e per prevenirne la visita con qualche punizione, onde ricordare loro che esistevano ed erano potenti, bisognasse rendersi infelici con la mortificazione del corpo. Più avanti si pensò che l’astinenza dai piaceri di tutti i tipi piacesse a Dio. Ma, in una Scrittura più antica di tutte le nostre, Dio parlò di “coloro che Mi torturano, mentre dimoro nei loro corpi”, facendoci capire che anche il corpo è parte di Dio e che la sofferenza fine a se stessa inflittagli non Gli piace in alcun modo.
Un’altra teoria dice che autoinfliggendosi delle punizioni si anticipano in qualche modo, e quindi si evitano, quelle a venire.
Tutto questo naturalmente, suona strano a chi ha buon senso.
Viviamo soggetti ad una legge di causa ed effetto e questo significa che, nel giusto corso della natura, ciascuno riceverà in base a quello che avrà dato, nel bene e nel male e che non c’è scampo a questo.
Altra considerazione sul digiuno: nei tempi andati molte persone credevano che astenendosi dal cibo avrebbero ottenuto visioni e poteri spirituali. Sappiamo che le persone che stanno morendo di fame hanno spesso delle visioni di vario tipo. Senza dubbio, quando il corpo fisico viene meno i corpi più sottili prendono il sopravvento e così digiunare fino alle soglie della morte può essere un sistema per sviluppare facoltà elevate, ma è decisamente il modo sbagliato, poiché il possessore di tali facoltà deve essere in perfetta forma fisica per poterne fare uso.
Tutti gli insegnamenti sulla chiaroveggenza che ho ricevuto richiedevano, come pre-requisiti, perfetta salute fisica e perfetto equilibrio e ritengo che coltivare queste doti sia il modo migliore e più sicuro per ottenere facoltà superiori. Mettersi in condizioni di poca salute o patologiche non è la giusta via per ogni vero avanzamento spirituale.
La Chiesa Cattolica Liberale crede che Dio, che ci ha dotati di intelletto e buon senso, si aspetti che li usiamo sia per quanto riguarda la religione che nella vita quotidiana.
Siamo qui per servire Dio, e svolgeremo al meglio il nostro compito solo se diverremo perfetti strumenti nelle Sue mani. Perciò dobbiamo esaminarci attentamente e, una volta individuati i nostri punti deboli, fare il proposito di non ricadervi più.
Tutto questo proprio in preparazione della Pasqua, durante la quale si riversa su di noi la più grande quantità di energia divina, della quale dobbiamo saper fare il miglior uso.
Tutti i riti della Quaresima hanno lo scopo di aiutarci a sanare i nostri difetti. La scelta del colore viola non è casuale, date le qualità di penetrazione e purificazione delle sue vibrazioni.
Nei primordi tutto l’edificio era ornato con il colore del periodo, non solo l’altare e gli officianti. L’idea era che in un’atmosfera permeata di luce viola questo lavoro di purificazione poteva essere in qualche modo facilitato.
Tutto questo ha una sua scientificità, se lo comprendiamo, ma il significato di questo rituale è stato dimenticato e queste pratiche vengono considerate come una sorta di decreto della Chiesa. Pochi sanno o si preoccupano di sapere perché è stato ordinato di fare così.
Simbolicamente questo periodo indica il quarto dei grandi stadi dello sviluppo umano, essendo la Quaresima parte della preparazione per la giusta celebrazione di quella grande iniziazione che è la Pasqua.
La Settimana Santa
I nostri fratelli cristiani fanno di questo periodo di Passione e Resurrezione la rievocazione delle terribili sofferenze fisiche del Cristo, indugiando in macabri dettagli, così da indurre nei fedeli sentimenti di pietà, devozione e gratitudine verso Colui che ha sofferto tutto questo per noi. Noi sappiamo, tramite le indagini chiaroveggenti, che questi eventi non sono storici, non sono mai accaduti, poiché il discepolo Gesù è morto per lapidazione.
Questa splendida allegoria, dalla passione alla resurrezione, è il simbolo di quello che accade alla quarta delle grandi iniziazioni, quella dell’Arhat. E noi dovremmo considerarla come i nostri soldati guardavano all’orrore della Grande Guerra: è difficile per noi immaginare per quali spaventose prove essi siano passati, ma le affrontarono come parte del loro dovere, in vista della pace e della libertà che ne sarebbero scaturite.
In questo modo la Passione di Cristo può essere contemplata in previsione di ciò che aspetta tutti noi e che ci porterà gloria, splendore e il potere di aiutare, la forza di promuovere e favorire l’evoluzione.
Consideriamo ora alcuni momenti fondamentali della Settimana Santa: la parola Maundy Thursday (giovedì santo) è la corruzione del latino mandatum, che significa “comandamento” e si riferisce anche alla disposizione data per la prima volta in quel giorno: “Fate questo in memoria di me”.
Secondo i Vangeli, nella notte fra il giovedì e il venerdì santo accaddero molti eventi: la visita al giardino del Getsemani, il tradimento effettivo, la chiamata in giudizio davanti al Sinedrio, davanti a Pilato e davanti ad Erode e la condanna finale.
Naturalmente, come prova storica di veri accadimenti è manifestamente impossibile, ma non dobbiamo dimenticare che era un altro lo scopo di chi scrisse questa storia. Essa rappresenta le scene di un dramma misterico e indica quelle grandi iniziazioni che sono pietre miliari nel viaggio dell’anima umana.
Questi eventi simbolizzano la quarta iniziazione, e ne possiamo vedere gli elementi essenziali: il candidato si trova sempre a passare da una fase di trionfo e di riconoscimento, che utilizza per insegnare e aiutare gli altri, la qual cosa suscita invidia, odio e violenta opposizione e, tra coloro che egli ha beneficiato, si trova sempre qualcuno che lo tradirà. E’ allora il momento dell’infamia e dell’onta, della vendetta dei suoi persecutori.
E’ quel passaggio che Madame Blavatsky, ne La Dottrina Segreta, definisce frutto della terribile legge occulta, e afferma: “Colui che non ha cuore di leone per disprezzarne l’indignazione e animo di colomba per perdonare i poveri pazzi ignoranti, è meglio che rinunci alla Scienza Sacra”.
Poi viene il periodo della pace e dell’oscurità e, se il candidato ha superato la prova, ottiene la resurrezione a un mondo più elevato, a una vita più nobile.
Per tornare al Giovedì Santo, la Chiesa Cattolica Liberale non perpetua la cerimonia della lavanda dei piedi, preferisce mettere l’accento sulla istituzione dell’Eucarestia, che porta in solenne processione, lasciando poi alcune ostie consacrate a disposizione dei malati, in sacrestia o fuori dalla chiesa.
Nel giorno di Venerdì Santo, i sacerdoti hanno l’occasione per spiegare la quarta ed ultima delle iniziazioni umane, poiché la quinta, quella dell’Asekha, che significa: “l’uomo che non ha più niente da imparare” (questo riguardo alla nostra catena planetaria), è simboleggiata dall’Ascensione e dalla discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e porta l’uomo fuori dalla sfera dell’umanità, facendone un superuomo.
E’ un giorno in cui i sacerdoti debbono parlare della necessità dell’autosacrificio, nella vita religiosa e della conquista della natura superiore su quella inferiore. E’ quello che significa la frase evangelica: “Prendi la tua croce e seguimi, se vorrai essere mio discepolo”, ovvero cerca di sottomettere la tua natura più bassa.
Una domanda che viene spesso posta è perché ci debbano essere, nella quarta iniziazione, tante difficoltà e sofferenze. Dobbiamo considerare che l’uomo che si prepara a lasciare il piano dei suoi simili per passare ad un livello più elevato, deve chiudere tutti i suoi conti con il karma, quei debiti che sono il risultato delle sue azioni. Una certa parte di essi rimane fino alla fine della sua “carriera” umana e, con la supervisione di coloro che presidono alla sua evoluzione e possono decidere se rallentare o affrettare questo pagamento, ma non possono emendarlo, egli smaltirà le sue pendenze.
Gli antichi riti del Sabato Santo sono bizzarri e complicati e molti di loro hanno origine molto prima dell’era cristiana, come per esempio il procurarsi il fuoco nuovo, che risale ai primordi dello Zoroastrismo.
Nei tempi antichi i fedeli trascorrevano la notte del Sabato Santo in preghiera e attesa per poi celebrare, all’alba, la Resurrezione. Ma durante il Medioevo si sentì la necessità di anticipare gli eventi liturgici e ora la Chiesa Romana celebra la messa di resurrezione a mezzanotte. Nella Chiesa Cattolica Liberale invece siamo tornati all’antico e celebriamo la Messa di resurrezione la domenica mattina.
La Pasqua
Le feste della Chiesa si dividono in varie classi, secondo la loro importanza. Come ho già spiegato, tutte quelle più rilevanti hanno “un’ottava”, ovvero vengono celebrate durante tutta la settimana e l’ottavo giorno è praticamente una ripetizione della festa. La Pasqua è la più grande di tutte, tanto che dura perfino di più, quaranta giorni, fino all’Ascensione.
Tutta la simbologia della nostra evoluzione è centrata sulla sua fonte ed origine, la Deità Solare, che nella filosofia greca era chiamata “Logos”.
E’ pur vero che l’uomo non può comprendere Dio, ma possiamo farcene un’idea intelligente, se riconosciamo che Egli ha varie manifestazioni. Dell’Assoluto, dell’Infinito, dell’Omnipervadente, al nostro stato presente non sappiamo niente, eccetto che Egli è, perché ogni definizione risulta limitante e poco accurata. Ma in Lui vi sono innumerevoli universi e in ciascun universo milioni di sistemi solari.
Ciascun sistema solare è l’espressione di un potente Essere che noi chiamiamo Deità Solare, Logos, la Parola o espressione di quel Dio infinito. Questa Deità Solare è, per il suo sistema, tutto quello che per gli uomini ha significato di deità. Egli lo permea, non c’è niente in cui Egli non sia. E noi, che siamo in detto sistema, siamo scintille del suo fuoco divino, frammenti in evoluzione della sua vita che a lui ritorneranno. Egli ci indica il cammino da percorrere, per diventare come lui.
Tutte le antiche religioni ne hanno raccolto il messaggio, intessendolo di bellissimi simboli, come ha fatto la Chiesa Cristiana, che li dispone lungo tutto il corso dell’anno liturgico.
Per tornare alla Pasqua, essa non è solo la commemorazione di qualcosa che è accaduto nel lontano passato, è un vero giorno di celebrazioni e di ringraziamenti per la vittoria dell’uomo su ciò che è più basso, meno evoluto.
In ognuno di noi c’è la scintilla divina. Il Cristo ha detto: “Siamo tutti dei, tutti figli dell’Altissimo”. In ognuno di noi quella scintilla divina è il vero uomo ed essa Lo esprime nei piani inferiori nell’animo umano.
Nella Sua Resurrezione c’è il presagio della nostra. Dato che il Logos stesso si è calato nella materia, ha trionfato e si è elevato da essa e il Cristo, il grande Istruttore del Mondo, è pure passato attraverso questa esperienza, sarà certamente così per ognuno di noi e, quando verrà il tempo di tollerare quella sofferenza e quella crocifissione, saremo guidati verso la più alta gloria della Resurrezione e il trionfo finale.
L’Iniziato conosce ciò in cui crede e la materia non lo soggiogherà più, poiché egli ha imparato che tutto, materia e spirito, sono egualmente parte di Dio ed egualmente incluse nel piano divino che ci porta verso la gloriosa vittoria e la vittoria è diventare uno con Lui, che è Tutto nel Tutto.
Noi possiamo considerare o meno l’allegoria della Bibbia che ci viene letta a Pasqua come rappresentante di un accadimento storico, del piano fisico; i nostri fedeli sono liberi di crederci o meno, ma la maggior parte di noi ritiene che incarni in forma simbolica una grande e potente verità. La Pasqua per noi è una festa gloriosa e, come a Natale ci si fanno gli auguri, i primi cristiani che si incontravano a Pasqua si dicevano l’un l’altro: “Il Signore è risorto” e la risposta era: “E’ davvero risorto”.
Ma non da un sepolcro sulla terra, bensì dalla tomba della materia, è risorto per noi tutti e della sua vittoria, della gioia del suo trionfo, noi tutti con Lui esultiamo.
Traduzione Patrizia Calvi