Insegnamenti sul Discepolato del Maestro Djwal Kool

a cura di Giuseppe Bufalo

 

 Discepolo è colui che, soprattutto si è consacrato a:

1. Servire l’umanità.

2. Cooperare con il piano dei Grandi Esseri, come egli lo vede e come meglio può.

3. Sviluppare i poteri dell’Ego, espandere la propria coscienza fino ad essere in grado di

operare nei tre piani dei tre mondi e nel corpo causale, ed a seguire la guida del se

superiore anziché i dettami della sua triplice manifestazione inferiore.

Discepolo è chi comincia a comprendere il lavoro di gruppo ed a trasferire il proprio centro di attività da se stesso (quale perno attorno al quale tutto ruota) al centro del gruppo.

Discepolo è chi realizza simultaneamente la relativa insignificanza di ogni unità di coscienza ed anche la sua importanza. Egli possiede il giusto senso delle proposizioni e vede se stesso quale è in realtà, e cerca di divenire ciò che è.

Il discepolo si rende conto del lato vita o forza della natura, e la forma non esercita alcuna attrazione su di lui. Lavora con la forza e per suo mezzo; si riconosce come un centro di forza entro un centro di forza più vasto, ed è responsabile della direzione dell’energia che per suo tramite può riversarsi in canali dai quali il gruppo potrà trarre beneficio.

Il discepolo sa di essere, in maggiore o minor misura, un avamposto della coscienza del Maestro, considerando questi in duplice senso:

  1. quale propria coscienza egoica,
  2. quale centro del gruppo, la forza che anima le unità che lo compongono, legandole in un tutto omogeneo.

Discepolo è chi trasferisce la propria coscienza dal personale all’impersonale, e che durante lo stadio di transizione sopporta necessariamente molte difficoltà e sofferenze. Tali difficoltà dipendono da diverse cause:

  1. Il se inferiore del discepolo che si ribella alla trasmutazione.

2. Il gruppo immediato al quale appartiene, amici o famiglia, che si ribella alla crescente impersonalità. Essi non amano essere considerati uniti a lui dal lato della vita, eppure separati nei desideri e negli interessi. Pure la legge non transige e la vera unità può essere conosciuta soltanto in quella essenziale dell’anima. La scoperta di ciò che è la forma reca molta sofferenza al discepolo, ma col tempo la via conduce alla perfetta unione.

Discepolo è colui che è conscio della propria responsabilità verso tutti coloro che rientrano nella sfera d’influenza, la responsabilità di cooperare con il Piano evolutivo per la parte che li concerne e con ciò espandere la loro coscienza ed insegnare la differenza esistente fra irreale e reale, fra vita e forma. Il modo migliore per farlo è dimostrare con la propria esistenza quali siano la sua meta, il suo proposito e il suo centro di coscienza. (1-71/2)

Tutti e ciascuno avrete il vostro posto nel piano, se vorrete solo qualificarvi compiendo il lavoro necessario. E questo lavoro dovrebbe essere:

Lo sforzo di riconoscere la Divinità entro ciascuno. In tal modo l’obbedienza occulta, che è cosa essenziale in ogni preparazione in tal genere, sarà favorita e sviluppata, e non sarà basata, come tanto sovente avviene, sulla personalità, ma su quell’istintiva realizzazione di un Maestro e sull’applicazione pratica volenterosa che deriva dal riconoscimento dei suoi poteri, della purezza della Sua vita e delle Sue mete, e dalla profondità del Suo sapere.

Lo sforzo di pensare in termini di gruppo e con chiarezza di per se stessi, senza dipendere dalle parole altrui per essere rischiarati.

Lo sforzo di purificare e affinare tutti i corpi e fare di essi dei servitori più fidati.

Lo sforzo di arricchire e dotare in modo completo il veicolo mentale, e corredarlo dei fatti sui quali poter basare una più estesa conoscenza.

Se tutte queste cose saranno compiute, grande sarà il giorno dell’opportunità. (2-305/6)

Se la vostra disciplina sarà rigogliosa, giungerete alla perfezione. Nulla deve essere di troppo scarsa entità per il discepolo, poiché dall’adattamento rigoroso dei minuti dettagli della vita mondana personale deriva alfine il conseguimento della meta. La sua vita non si fa più facile a mano a mano che si approssima alla Porta, al contrario la vigilanza deve essere sempre più completa, sempre la retta azione deve essere intrapresa senza pensiero alcuno dei risultati, ed ogni corpo in tutti i suoi minuti aggregati di dettaglio deve essere sempre combattuto e soggiogato. Solo per la perfetta comprensione dell’assioma "conosci te stesso" nascerà quella comprensione che fa capace un uomo di esercitare la legge e conoscere l’interno lavorio del sistema, dal centro alla periferia. Lotta, sforzo, disciplina, e servizio reso con gioia senz’altra ricompensa che l’incomprensione e l’abuso di coloro che verranno dopo - questa è la parte del discepolo. (2-206)

Non significa essere codardi, in queste materie che riguardano la vita soggettiva, il muoversi con cautela ed attenzione e comportarsi con discernimento. L’aspirante deve quindi fare tre cose:

1. Purificare, disciplinare e trasmutare la sua triplice natura inferiore.

2. Sviluppare la conoscenza del se, equipaggiare il corpo mentale, costruire il corpo causale con le giuste azioni e il giusto pensiero.

3. Servire l’umanità con completa abnegazione.

Così facendo osserva la legge, si mette nelle giuste condizioni per l’istruzione, si prepara all’applicazione della Verga dell’Iniziazione, riducendo così al minimo il pericolo inerente al risveglio del fuoco. (3-162)

L’aspirante non solo equilibra le coppie di opposti, ma gli si rivela il segreto del cuore del fratello. Egli diviene una forza riconosciuta del mondo ed è considerato come uno sul quale si può fare affidamento per servire. Gli uomini si volgono a lui per assistenza ed aiuto lungo la sua linea riconosciuta, ed egli comincia a far risuonare la sua nota così da essere sentito non solo tra gli uomini, ma anche tra i deva. A questo stadio lo fa con la penna nella letteratura, con la parola nelle conferenze e nell’insegnamento, con la musica, la pittura e l’arte. In un modo o nell’altro raggiunge i cuori degli uomini, e diviene un aiuto e un servitore della sua razza.

A questo stadio inoltre, la vita dell’aspirante diviene uno "strumento di distruzione" nel senso occulto del termine. Ovunque vada, la forza che scorre in lui dai piani superiori e dal proprio Dio interiore, produce spesso particolari risultati sul suo ambiente.

Agisce da stimolante tanto del bene che del male. I Pitri lunari che formano i corpi dei suoi fratelli ed il suo corpo sono pure stimolati, la loro attività è accresciuta e il loro potere assai aumentato. Questo fatto è utilizzato da Coloro che lavorano dal lato interiore, per raggiungere certi obiettivi. È questo anche che, talvolta, causa temporaneamente la caduta di anime avanzate. Non possono resistere alla forza che affluisce in essi o sopra di essi, ed a causa della iperstimolazione temporanea dei centri vengono fuorviati. Questo accade nei gruppi come negli individui. Invece, se i Signore lunari del se inferiore sono stati in precedenza soggiogati e dominati, allora l’effetto della forza e dell’energia con cui si viene in contatto è di stimolare la risposta della coscienza del cervello fisico e dei centri della testa al contatto egoico. Allora la forza, che diversamente sarebbe distruttiva, diventa un fattore di bene ed una stimolazione benefica, e può essere usata da Coloro che sanno utilizzarla per condurre gli uomini ad ulteriore illuminazione.

Tutti questi stadi devono realizzarsi su tutti e tre i piani inferiori e nei tre corpi; ciò avviene secondo un particolare raggio e sottoraggio. In questo modo il lavoro del discepolo procede, la prova e l’istruzione sono portati avanti, finché i due cerchi di petali non siano aperti ed il terzo sia organizzato. Così, indirizzando giustamente l’energia e manipolando saggiamente le correnti di forza, egli è condotto alla Porta dell’Iniziazione ed è promosso dall’Aula dell’Istituzione alla grande Aula della Saggezza - l’Aula dove diviene gradatamente "consapevole" delle forze e dei poteri latenti nell’Ego e nel gruppo egoico. È l’Aula dove ottiene il diritto di usare la forza del gruppo egoico, poiché ora si può aver fiducia che se ne servirà solo per aiutare l’umanità. Dopo la quarta iniziazione diviene partecipe dell’energia del Logos planetario che può essergli in parte affidata, ed è così messo in grado di portare avanti i piani del Logos per l’evoluzione. (3-865/7)

Il Maestro Djwal Kool

  

Torna a mappa del portale

Torna a homepage

Torna ad Arcana

Statistiche