RENNES LE
CHATEAU E I CATARI
Di: Mauro Vitali
Coloro i quali hanno la fortuna (tra questi annovero anche
il sottoscritto) di visitare le valli dell’Aude, non possono non rimanere
affascinati dal suggestivo “Sentiero dei Catari”.
Questo
storico percorso si snoda tra paesaggi di rara bellezza, attraverso valli che
sembrano ereditate dai santi tempi antichi e torrenti scintillanti nei loro
effluvi d’argento. Il sentiero attraversa due dipartimenti, l’Aude e L’Ariège,
permettendo di visitare i luoghi che un tempo videro la nascita e furono la
dimora del popolo dei Catari.
Quasi non si direbbe, percorrendo oggi questo suggestivo
itinerario, che questo luogo fu teatro di una delle più sanguinose disfatte
della ragione umana.
I Catari furono accusati di eresia e,
nel 1209, Papa Innocenzo III indisse una crociata con l’obiettivo di estirpare
l’eresia perpetrata attraverso questa religione. A decine di migliaia i crociati
mossero guerra contro questo popolo, soffocando nel sangue ogni barlume e ogni
voce diversa da quella ufficiale di Roma.
Nella foto, la stele che commemora il rogo dei Catari di Montségur
Il castello di Montségur, ultimo baluardo della disperata
difesa dei Catari, resse per dodici anni e fu l’ultimo rifugio a cadere nel
1244, ma durante l’ultima notte di assedio avvenne un fatto che, in seguito,
dette adito ad alcune ipotesi in grado di fornire una tesi per il mistero di
Rennes le Chateau.
La leggenda narra che quattro Catari, durante
la notte precedente alla resa finale, riuscirono a fuggire calandosi dal Pog
lungo il versante nord del castello, giù per un dislivello verticale di circa
mille metri, attraverso un percorso
accidentato e reso ancor più impossibile dalla presenza tutt’intorno
degli assedianti.
Nella foto,
visione del Pog dalla strada
Avevano il compito di trasportare un tesoro di inestimabile valore. L’impresa ebbe successo, i quattro riuscirono a fuggire e, prima di scomparire, dovettero nascondere il loro prezioso carico…
Il mattino seguente, tutti i restanti duecentoundici occupanti del castello si arresero e furono arsi vivi nel rogo di massa che i crociati avevano preparato loro ai piedi del pog.
Montségur è una tappa obbligata per chi si trova in visita nella regione:
a differenza di Rennes le Chateau che si trova nell’Aude, il castello si trova
nell’Ariège, anche se distano tra di loro solo pochi chilometri.
Il pog (è il nome della collina di roccia dove si trova il castello), su cui si trovano i resti delle mura, compare improvvisamente all’orizzonte, in netto contrasto con la dolcezza dei pendii montuosi circostanti.
Nella foto, panorama del Pog
Una
volta giunti si ha la sensazione di trovarsi al cospetto di una antico re,
vestito di dura roccia, in alcuni punti interrotta da affilati speroni e macchie
di cespugli, sormontato in cima dalla corona fatta dalle mura del bastione.
Salito in cima ed entrato nel castello non resistetti alla tentazione di
affacciarmi per curiosare l’ipotetico percorso intrapreso dai fuggiaschi:
guardando giù dal precipizio, mentre un brivido mi percorreva la schiena, ebbi
una ulteriore conferma a quanto letto sul mistero di Montségur: quello che fu
trasportato giù per quella parete non
doveva sicuramente essere ingombrante.
Nella foto,
interno del castello di
Montségur
Come
dicevo, a poca distanza da Montségur si trova Rennes le Chateau con il mistero
dell’evidente ed improvvisa ricchezza di Saunière.
Questa sua
ricchezza, però, non è supportata da nessun bene materiale, a parte alcuni
oggetti tra cui una coppa e qualche gioiello di fattura Visigota, i quali da
soli non bastano certo a giustificare tutta la disponibilità che dimostrò di
avere.
Se
di un tesoro si trattava, trascorsi quasi cento anni dalla sua scoperta qualche
indizio sulla sua composizione sarebbe sicuramente trapelato, magari in qualche
collezione privata o in qualche museo.
L’associazione tra il
tesoro di Rennes le Chateau e il tesoro di Montségur quindi, fornisce una
possibile pista da seguire anche se il mistero sulla sua natura rimane aperto:
appurato che in nessuno dei due casi poteva trattarsi di un tesoro fatto di oro
e pietre preziose, nel mistero è possibile una comparazione. Quindi ciò che fu
tolto da Montségur fu probabilmente nascosto a Rennes le Chateau.
A lato,
spiazzo all'interno delle mura del castello di
Montségur
Il
terreno su cui ci si trova a lavorare non è certo facile: la naturale ritrosia
nell’accettare i pochi indizi sulle vicende di Montségur ha poco a che fare con
la testimonianza solida della Torre Magdala, ad esempio.
Fatto
sta che l’astuto parroco riposa nel suo cimitero, accanto alla sua governante,
Marie Denarnaud, senza aver lasciato niente di tutto quello che ci si poteva
aspettare. Niente oro, niente tracce visibili o eredità alcuna. Solo un grosso
enigma, una pista di indizi che pochi osano affrontare ma che molti amano
giudicare preferendo nascondersi il più delle volte in spiegazioni scientifiche
e citazioni bibliche.
A distanza di tutti questi anni pongo solo una domanda:
dov’è l’oro di Rennes le Chateau? Montségur può darci una risposta?
“… la gente di questo paese cammina sull’oro e nemmeno lo sa!”
File aggiornato nel Novembre 2004.
Testo e fotografie di Mauro
Vitali.
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