
Società
Teosofica, Scuola Arcana e A. A. Bailey
Di:
Edoardo
Bratina
Attualmente esistono numerose Associazioni
autonome, derivate direttamente o indirettamente dalla Società Teosofica, che
agli occhi dei profani sembrano rivali, mentre perseguono uno dei suoi scopi.
Il passato Presidente Mr. John B. Coats incoraggiò la diffusione delle
informazioni relative a queste Associazioni, per stimolare una maggiore
reciproca comprensione.
Il
Segretario Generale della Società Teosofica statunitense del periodo 1912-20,
Albert Warrington, noto avvocato della California, con notevoli sacrifici
riuscì a creare una sede centrale della Sezione americana della Società
Teosofica, in una zona incantevole sulle colline di Hollywood che denominò “Krotona”
in onore a Pitagora il quale fondò la sua Scuola a Crotone in Calabria nel 532 a.C. Successivamente
questa sede si trasferì nella valle di Ojai, sempre in California,
trasformandosi in una Comunità Teosofica dove, sin dal 1913, esiste la “Scuola
di Teosofia” attualmente denominata “Krotona Institute”, collegata
con l’Università della California, la quale riconosce i corsi di Teosofia che
vi si tengono come materia facoltativa per gli esami di stato in filosofia,
psicologia e religioni. La
Comunità è composta di circa 500 residenti stabili, una serie
di edifici, biblioteche, laboratori, ecc. su un’estensione di circa 118 acri.
Nel
1915 fu assunta, come dipendente presso questa Comunità, la signora Alice La Trobe-Bateman,
oriunda scozzese, maritata con Walter Evans (rettore di una Chiesa Episcopale)
da lui successivamente abbandonata, all’età di 35 anni, con 3 figlie. Per
campare e mantenere le tre bambine, Alice dovette sopportare grandi sacrifici e
lavorare duramente come operaia in una fabbrica. In tale condizione conobbe due
anziane signore teosofe che la introdussero nella Società Teosofica della
cittadina di Pacific Grove in California ed in seguito a ciò fu assunta presso la Comunità Teosofica
e, come ella stessa dice nella sua Autobiografia, le parve allora di entrare
in un paradiso terrestre dopo i disagi sofferti.
Presso
la stessa Comunità conobbe pure Foster Bailey, già aviatore dell’esercito degli
Stati Uniti e segretario nazionale della Società Teosofica americana. Ottenuto
il divorzio dal primo marito, Alice si maritò con Foster Bailey, con il cui
cognome è generalmente conosciuta.
Alice
A. Evans Bailey divenne socia della Società Teosofica nel 1916 ed essendo molto
versatile fece rapidi progressi nello studio della Teosofia, tanto da esser
incaricata di tenere lezioni e corsi presso il Gruppo locale; compilò inoltre
diversi articoli che furono pubblicati da varie riviste teosofiche ed anche
dall’organo ufficiale della Società Teosofica di Adyar, The Theosophist.
Tale sua capacità le diede la possibilità di divenire in breve tempo redattrice
della rivista della Sezione teosofica americana.
Nel
1918 A.
Bailey fu ammessa alla Scuola Esoterica e quando vi fu introdotta per la prima
volta disse di riconoscere nei ritratti dei Mahatma uno di Coloro di cui, a suo
dire, ebbe la visione a quindici anni, il quale le predisse la sua futura
missione. Ciò suscitò negli associati opposti apprezzamenti, ma evidentemente
non influì sulla sua attività, in quanto gli incarichi ricevuti e la
pubblicazione dei suoi articoli negli organi teosofici furono posteriori a
questa data.
A
quel tempo la Sezione
degli Stati Uniti passava un periodo di difficile assestamento tra due
tendenze, sempre presenti in tutte le associazioni: quella conservatrice e
quella progressista. Il Segretario Generale di allora, Albert Warrington, in
seguito divenuto Vicepresidente mondiale della Società Teosofica, seguiva la
tendenza progressista e trovò in Foster e Alice Bailey due validi
collaboratori, i quali riscontravano le inevitabili carenze di poca fraternità
tra gli associati, scarsa conoscenza della letteratura teosofica, intromissione
indebita delle altre associazioni nella vita della Sezione, ecc. in quanto la Società Teosofica
non fa distinzioni, perciò ogni socio apporta più o meno il suo coefficente
personale.
Foster
Bailey espose ad A. Besant i predetti rilievi e la Besant inviò negli Stati
Uniti A. P. Wadia, un giovane parsi, direttore della Casa Editrice Teosofica di
Adyar, che fu in seguito internato nel 1917 assieme a lei, durante le agitazioni
politiche per l’indipendenza dell’India. A. P. Wadia diede ragione ai “progressisti”
e caldeggiò il movimento “Ritorno ad H. P. Blavatsky”, ma
successivamente si dimise perché rimasto in minoranza.
Nel
1920 Albert Warrington si dimise dalla sua carica di Segretario Generale ed a
seguito di regolari elezioni, prevalse la tendenza conservatrice, risultò così
eletto Louis W. Rogers già “leader” del movimento laburista negli Stati
Uniti, che si dedicò interamente alla Società Teosofica ed esonerò dal loro incarico
Alice e Foster Bailey, dando un nuovo indirizzo alla Sezione americana. Alice e
Foster trovarono un’occupazione presso il Gruppo Teosofico di New York dove
andarono a stabilirsi e qui Alice Bailey iniziò un corso su La Dottrina Segreta
ed in seguito sulla “Meditazione”, diffusi in dispense, attirando una
notevole attenzione perché i libri sulla tecnica della meditazione, oggi così
diffusi, allora erano relativamente rari.
Nello
stesso tempo Alice Bailey s’incontrò con alcuni antichi allievi di H. P. B.,
tra i quali un certo Richard Prater, che le consegnò alcuni scritti da lui
raccolti tra i quali anche di H. P. Blavatsky, in cui sembra vi era indicata
l’intenzione di dare un nuovo assetto più liberale alla Scuola Esoterica e di
denominarla “Scuola Arcana”; da notare che la Scuola Esoterica
cambiò più volte ordinamento e programma. A. Bailey pensò allora di istituire
una Scuola per corrispondenza con il titolo di “Scuola Arcana”, con
materie teosofiche, che iniziò nel mese di aprile del 1923. I corsi consistevano
come tuttora in serie di dispense comprendenti articoli vari sui soggetti
genericamente spiritualistici. Inoltre Alice Bailey diramava ogni tanto delle
circolari e compilò una serie di corsi su La Dottrina Segreta,
la “Bhagavad Gita”, la “Reincarnazione”, le “Religioni
Comparate” ecc. e nel contempo anche una serie di libri di divulgazione che
ebbero una notevole diffusione, specialmente nell’ambito della Società
Teosofica, i quali le procurarono cospicui guadagni. Foster organizzò la Casa Editrice “Lucis”
e la fiancheggiò con una rivista intitolata The Beacon.
Sembra
che A. Bailey fosse stata molto sensitiva sin da bambina ed in seguito,
immergendosi negli studi teosofici e praticando la meditazione, come essa
stessa afferma, nel novembre del 1919 cominciò a sentire una “voce” che
la esortava a scrivere dei libri sotto dettatura. Dapprima si rifiutò di farlo,
ma poi accettò di provare e in questo modo compilò il primo libro intitolato Iniziazione
umana e solare, pubblicato a puntate su The Theosophist, (marzo-novembre
1921 p. 164, 593) al quale fecero seguito altre diciannove opere consistenti in
prevalenza nella rielaborazione e divulgazione della letteratura teosofica
esistente, ma poco nota al pubblico. Le opere stesse furono sempre recensite favorevolmente
dall’organo ufficiale della Società Teosofica The Theosophist di
Adyar.
Il
rilievo che si muoveva ad A. Bailey era l’identificazione della “voce”
con un Mahatma noto nella letteratura teosofica con il nome di Djwal-Khul,
detto “il Tibetano” e descritto da C. W. Leadbeater nell’opera I
Maestri ed il Sentiero. Le ragioni della diffidenza sono dovute al fatto
che vi sono molti sensitivi e associazioni in ogni parte del mondo, i quali
pretendono di avere delle comunicazioni dirette da elevate entità spirituali,
ma tali affermazioni ovviamente non costituiscono una prova dell’identità delle
entità stesse. Nella Scuola Esoterica della Società Teosofica si faceva divieto
di divulgare le proprie eventuali esperienze trascendentali (salvo esplicita autorizzazione
in casi particolari) sia perché non si può mai avere una certezza assoluta
sull’esattezza delle percezioni, sia perché generano da un lato una supina
accettazione di una autorità morale sconosciuta, sia perché, da un altro lato,
provocano lo scetticismo e persino il discredito di tutta la dottrina da parte
degli scettici. La
Società Teosofica infatti passò diversi gravi turbamenti nel
passato, quando qualche “leader” vantò dirette comunicazioni da parte
dei Mahatma, anche perché il possesso delle facoltà psichiche non costituisce
la prova di uno sviluppo morale superiore, e talvolta avviene l’opposto,
essendo spesso queste, caratteristiche dei popoli primitivi.
Comunque
le opere di A. Bailey sono dei testi divulgativi che avrebbe potuto scrivere benissimo
lei stessa, data la sua versatilità, anche senza l’intervento di un agente
esterno, come dimostrò in vari articoli pubblicati su The Theosophist ed altre riviste, oppure “il Tibetano” potrebbe essere,
come riteneva C. G. Jung, nulla altro che il Sé Superiore di A. Bailey stessa,
od ancora semplicemente il suo “nom de
plume” di successo.
La
causa occasionale dell’allontanamento dalla Società Teosofica di Alice e Foster
Bailey fu dovuta al fatto banale, come ella stessa afferma, del loro
licenziamento dal luogo di lavoro presso la Sezione americana della Società Teosofica a
seguito del cambiamento di gestione e la loro necessità di iniziare una nuova
attività retribuita, mentre alla base delle
tendenze conservatrici e progressiste vi furono le obsolete dispute sullo “psichismo”
di C. W. Leadbeater, l’“autoritarismo” di Besant, la “scoperta”
di Krishnamurti, “l’interferenza” delle associazioni esterne, ecc.,
dimenticando che la Società Teosofica professa la libertà di pensiero e pertanto
ogni socio è libero di esprimersi come meglio crede, mentre i “leader” possono soltanto coordinare le
varie attività in modo da convogliarle verso le finalità della Società
Teosofica.
Il quesito relativo all’autorità o meno degli scritti
attribuiti ai Mahatma fu sempre oggetto di turbamento nella Società
Teosofica, basti ricordare il caso di
Coulomb, Judge, Olcott, Leadbeater, Besant, Arundale, ecc. Per
questa ragione il Consiglio Esecutivo di Adyar (cfr. The Theosophist, agosto 1922, p. 530) “… riafferma il principio adottato dal comitato
giudiziale e dal presidente-fondatore nel caso del signor W. Q. Judge e
cioè che non si può prendere in considerazione alcun rilievo nei confronti di
un membro, direttivo o non-direttivo, in relazione all’opinione sull’esistenza o non esistenza
dei Mahatma e che la Società
come tale rimane neutrale per quanto riguarda l’autenticità di qualsiasi
affermazione attribuita ai Mahatma… ogni membro è del pari libero di affermare
o di negare l’autenticità di ogni tale affermazione e nessun
membro può essere tenuto ad accettare od a respingere la genuinità di qualsiasi
affermazione in base ad alcuna autorità…”.
Un altro fatto del resto ovvio e spesso messo in rilievo,
è che tutti i libri, conferenze ecc. che si fanno nella Società
Teosofica esprimono soltanto quel poco della
Teosofia che l’autore o il conferenziere riesce a comprendere ed esprimere e
perciò necessariamente ogni presentazione è carente e suscettibile di critica. La Teosofia è la saggezza
universale che regge l’universo, mentre la mente umana è limitata e può
afferrare, al livello astratto del pensiero, soltanto i grandi principi che
cerca di tradurre in termini correnti per comunicarli agli altri. Tutto ciò è
stato spesso rilevato nella letteratura teosofica e si è messo spesso anche in
guardia il lettore sulla necessità della scoperta individuale della verità
perché questa è incomunicabile con parole.
Nella
commemorazione fatta nel Gruppo di New York da A. Bailey il giorno 8 maggio
1921 per il “Loto Bianco”, e cioè due anni dopo che “udì” la “voce”
e quasi ad un anno dalla sua partenza dalla Comunità di Krotona, in un
lungo discorso pubblicato su The
Theosophist nel marzo
1922, p. 570, tra l’altro scrisse: “… dapprima
i Maestri diedero ad H. P. B. un messaggio ed enunciarono per suo mezzo alcune
verità fondamentali… l’opera fu pubblicata
e divulgata, ma ben pochi studiosi l’afferrarono e taluni ne rimasero
atterriti… venne poi un altro servo dei Maestri – la nostra
Presidente signora Besant - essa afferrò l’opera e presentò i suoi insegnamenti
e teorie in forma tale che l’uomo di pensiero li potesse comprendere e fece ciò
mediante la serie meravigliosa dei suoi libri. Dove saremmo ancora senza questi
libri? Fu Besant che prese alcune
parti de La Dottrina Segreta e le presentò in forma più semplice, ci diede per
esempio Il Cristianesimo Esoterico, un’opera che fece per
noi… più di quanto ogni altra opera mai scritta finora. Ci diede L’Evoluzione
della Vita e della Forma, L’Edificio del Cosmo e molti altri ancora,
rendendo accessibile alle masse l’insegnamento della saggezza orientale. Che
cosa avvenne in seguito? Apparve il signor Leadbeater il quale, mediante la sua
facoltà d’investigazione chiaroveggente, verificò l’esattezza di certe
affermazioni de La
Dottrina Segreta e da ciò trassero origine le sue opere
come Vita Interiore e molte altre ancora ed avete così la fusione delle
opere di diversi strumenti: H. P. Blavatsky ed i suoi interpreti Besant e
Leadbeater…. Abbiamo avuto la rivelazione da H. P. Blavatsky, le spiegazioni di
Besant e con tutto questo aiuto certamente voi ed io abbiamo raggiunto
l’intelligenza e la disposizione per continuare l’opera. Dobbiamo diffondere
queste verità non soltanto tra i pochi intellettuali o studiosi della Teosofia,
bensì al pubblico in generale. Le masse sono ovunque ansiose di ricevere quello
che noi possiamo offrire ed ora è il nostro giorno e l’opportunità per farlo…”.
Nella
sua Autobiografia A. Bailey ammonisce i suoi lettori: “Ma non fate
confusione: il movimento creato da H. P. Blavatsky faceva parte integrale di un
piano della Gerarchia. E’ sempre esistita nei secoli la Società Teosofica.
Il nome del movimento non è nuovo; è stata H. P. Blavatsky che lo ha riportato
alla luce e gli ha dato la pubblicità nuova; fece conoscere un gruppo fino
allora assai segreto e trascurato e così permise ad ognuno di trarre beneficio
da un antichissimo insegnamento. Il debito del mondo poi verso la Besant, che le successe,
per quanto ha compiuto, rendendo le dottrine fondamentali della Teosofia
accessibili alle masse in ogni paese del mondo, non potrà mai essere
dimenticato. Non vi è ragione di non apprezzare il magnifico lavoro da lei
svolto per i Maestri…”.
D’altra
parte è degno di nota che A. Bailey, pur iniziando un’attività editoriale
distinta dalla Società Teosofica, esplicitamente afferma nella sua Autobiografia:
“Personalmente non ho mai dato le dimissioni (dalla Società Teosofica) e
solo da qualche anno ho cessato di versare la quota annuale”.
Queste
brevi note forse sono sufficienti per ridimensionare i rapporti tra la Società Teosofica
e la Scuola Arcana,
dove non vi sono ragioni di dissenso di fondo salvo la riserva sulla
identificazione del “Tibetano” di cui gli scritti vengono accettati o
respinti, come del resto dice A. Bailey stessa, soltanto per il loro contenuto,
non per l’autorità di cui si ammantano, mentre la Scuola Arcana, con
la quale non c’entra alcun Maestro, è semplicemente una scuola per
corrispondenza sotto l’unica responsabilità di A. Bailey, come essa stessa
afferma.
A.
Bailey, nella sua già citata Autobiografia (p. 9) inoltre dice: “…
giunsi in contatto con la
Teosofia. Io non amo questo termine, nonostante il suo bel
significato. Per il pubblico rappresenta tante cose che la Teosofia non è in essenza
e spero di mostrare, se ne sarò capace, ciò che è veramente…” (e a pag. 10): “Il fatto che certi teosofi ortodossi
abbiano in seguito disapprovato la mia presentazione della verità teosofica, mi
diverte. Pochi tra essi hanno avuto il privilegio di essere istruiti da allievi
personali di M.me Blavatsky…”. Quindi A. Bailey afferma che le sue opere
rispecchiano la Teosofia,
secondo la sua versione e la ritiene migliore di quella degli altri, vantandosi
di essere stata discepola degli allievi di Blavatsky, ma A. Besant, C. W.
Leadbeater, W. Q. Judge, ecc. furono invece allievi diretti di H. P. Blavatsky
e perciò probabilmente meglio aggiornati. Occorre inoltre tenere presente che la Teosofia nel suo
significato integrale è incomunicabile a parole, perciò ogni versione è
necessariamente carente. L’organo ufficiale della Società Teosofica, The
Theosophist, lo ha posto spesso in evidenza. Cfr. per esempio il numero di
dicembre 1921 p. 301, nel tempo in cui scriveva A. Bailey: “Nell’uso della
parola Teosofia è necessario distinguere quello che possiamo definire nel suo
significato etimologico — Saggezza
divina — e la comune applicazione, cioè quanto sentiamo nelle conferenze o
leggiamo negli scritti dei membri della Società Teosofica, perché ne risulta
una grande confusione… nell’uso simultaneo e indiscriminato della parola con
entrambi i significati. In quest’ultimo caso la parola viene impiegata
semplicemente per esprimere le opinioni personali degli autori…”. D’altra
parte persino il Mahatma K. H. asserisce il seguente sillogismo: “Quando K.
H. scrive, non è un Adepto. Un non-Adepto è fallibile. Perciò K. H. può molto
facilmente commettere degli errori” (Lettera 24/B).
Evidentemente
un Adepto è tale soltanto al livello incondizionato della mente superiore, ma
quando scende nel concreto e deve impiegare termini già consacrati dall’uso
lessicale per concetti talvolta inesprimibili, non può comunicare se non nel
linguaggio conosciuto dall’amanuense e dai lettori. Non c’è quindi da stupirsi
se ci sono tante versioni della stessa Verità e quella di A. Bailey è una della
tante versioni.
Vi
sono ovviamente dei punti di convergenza e divergenza tra la Società Teosofica
e la Scuola Arcana,
perché la Società
Teosofica non si propone di divulgare una particolare
dottrina, ma soltanto di promuovere i suoi tre scopi, di cui la “fratellanza
universale” è quello essenziale, mentre la letteratura teosofica è intesa a
dimostrare la validità di tale tesi, come del resto risulta dalle lettere dei
Mahatma. Tra le teorie degli autori teosofici “ortodossi” e gli scritti
del “Tibetano” vi sono delle contraddizioni, ma ve ne sono anche negli
scritti del “Tibetano” stesso, come pure tra gli autori teosofici e ciò
non fa meraviglia, data la vastità della problematica ed anche perché nella
Società Teosofica le teorie teosofiche vengono proposte come oggetto di studio
e di ulteriore ricerca, non come articoli di fede: ognuno può accettare o
respingere “senza biasimo e senza lode”.
Si
obietta inoltre ad Alice Bailey d’aver mancato all’impegno di riservatezza
perché il metodo adottato nella Scuola Arcana è, sotto qualche aspetto, analogo
a quello della Sezione Esoterica alla quale apparteneva, ma essa obietta d’aver
ricevuto le istruzioni direttamente da un discepolo di H. P. B. stessa, tale Richard
Prater, senza alcun impegno di riservatezza. Del resto l’impegno di meditare,
studiare e di ripassare gli eventi di ogni giorno, oltreché osservare certe
norme igieniche (evitare sregolatezze, alcool, sostanze inebrianti, carne,
tabacco, ecc.) sono comuni a tutte le Scuole analoghe ed agli Ordini
Contemplativi, onde evitare conseguenze dannose.
Il
noto studioso di Teosofia L. Gordon Plummer, nel periodico Federation News,
della Federazione Teosofica canadese (maggio 1979), chiarì quale ruolo possono
avere le opere di A. A. Bailey ed altre analoghe nei Gruppi Teosofici.
Egli
mise in rilievo che il Secondo Scopo della Società Teosofica, quello cioè di
incoraggiare lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze,
comprende lo studio delle opere dei più diversi autori, ivi comprese quelle di Rudolf Steiner, Alice A. Bailey, come pure
di ogni altro autore, nessuno escluso. Queste opere vanno cioè consultate con
lo stesso criterio che si applica nello studio comparato delle diverse
discipline, per scoprirvi i luoghi comuni e non comuni, assumendo le opere di
H. P. Blavatsky come termine di confronto, poiché i teosofi sono dei
ricercatori, non dei credenti. L’accettazione o meno di determinate dottrine è
una questione di maturazione personale, derivata dall’intuizione diretta della
verità, non dall’imposizione di una presunta autorità spirituale.
Infatti
nessun comune mortale può dire se i postulati metafisici dei rispettivi autori
siano veri o meno, perciò contrapporre l’autorità di un autore ad un altro
autore, senza un’approfondita conoscenza dei fatti, non è che dogmatismo,
prolifico genitore dell’intolleranza. La Verità è universale e può essere resa in infiniti
modi, chi non è capace di comprendere la Verità al livello universale si aggrappa ad una
sua singola formulazione parziale.
Secondo
I. Kant i filosofi dogmatici sono
quelli i quali “…fanno uso di principi e di concetti, senza ricercare per
quale via e con quale diritto si pervenga ad affermarli, ossia senza una
critica preventiva del nostro potere di conoscere…” (cfr. E. Morselli: Dizionario
Filosofico).
D’altra
parte non dobbiamo mai dimenticare che la Società Teosofica
è stata fondata essenzialmente per promuovere i suoi Tre Scopi, dal
perseguimento dei quali scaturisce la sintesi universale chiamata “Teosofia”
e non già per apprendere nozioni o messaggi di sedicenti autorità spirituali
senza approfondito esame, delle quali nulla sappiamo di certo; da ciò si
constata quanto sia fallace l’oraziano “iurare in verba magistri”.
Bibliografia:
§
J. Ransom, A Short History of the Theosophical,
T. P. H. Adyar.
§
A. A. Bailey, Estratti
dalla Autobiografia Incompiuta, Ed. Vitinia,
Roma.
§ C. W. Leadbeater, I Maestri ed
il Sentiero, p. 39.
§ The Theosophist, marzo
1921 p. 563; novembre 1921 p. 164; marzo 1922 p. 570, ecc.
§
The Krotona Institute School of Theosophy, Ojai, California.
§
“The Theosophical Movement”, The Cunningham Press, Los
Angeles.
§
A. A. Bailey, The Arcane School.
§
Lettere dei Maestri.

“L’armonia
è la legge della vita, la discordia è la sua ombra, dalla quale scaturisce la
sofferenza, la maestra che risveglia la coscienza”.
H. P. Blavatsky
Estratto
dal Sito:


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