La Cattedrale di Chartres
Di: Pietro Francesco Cascino
Storia, architettura, religione ed esoterismo di un monumento gotico.
Chartres: origini di un sito sacro
La cattedrale di Chartres [1]è
stata eretta su un poggio la cui storia rimane misteriosa. Si sa che fu uno dei
luoghi di pellegrinaggio più frequentati e conosciuti in Francia, ancor prima
dell’epoca cristiana. Ancor prima dei Galli, il popolo celtico vi giungeva
d’oltre il Reno. I pellegrini dell’era cristiana, provenienti da Est entravano
in città dalla porta Guillaume ed erano accolti nell’Hopitot del convento dei monaci
benedettini; dopo la messa mattutina andavano su per la montagna cantando salmi
in onore di Notre Dame de Dessous Terre, fino alla grotta sotto la chiesa dove
si trovava la statua della Vergine Nera. Era una statua antichissima scolpita
su un tronco di pero raffigurante
L’allegoria della Vergine Nera si spiega con
Quel
sito, intriso di misteri, dispensava i suoi doni taumaturgici, giacché
racchiudeva in sé uno dei più straordinari segreti della natura. Ma non era
solo per una ricerca delle sue qualità terapeutiche che molti pellegrini vi si
recavano affrontando piste irte d’ostacoli e foreste battute da branchi di lupi,
affrontando paludi infestate da serpi velenose e rese impraticabili a causa
delle sabbie mobili. I pellegrini cercavano un’influenza benefica, una qualche
virtù e più profondamente lo <<spirito>> alitato da quel luogo
santo; il dono più grande che,
Lo stile Gotico
L’etimologia del termine «gotico» da cui arte
gotica, deriverebbe dalla parola “argot”.
I dizionari definiscono l’argot come il linguaggio di quegli individui
interessati a scambiarsi le opinioni senza essere capiti da quelli che vi
stanno intorno, E’ la rappresentazione di un messaggio che può essere compreso
solo dagli “iniziati”.
Secondo l’etimologia cabalistica che ci viene
data da Fulcanelli in “Le mystère des cathédrales” l’arte gotica deriverebbe da
l’argotico, dalla nave di Argo e dalla lingua segreta cabalistica, alchimica,
la lingua argotica; quella parte della scienza occulta inclusa nella cattedrale
che fa di essa un athanor di trasmutazione umana. La spiegazione di tale tesi
va, infatti, ricercata nel rapporto di similitudine esistente tra gotico e
goetico, fra l’arte gotica e l’arte goetica, o magica[3].
In effetti, queste tre etimologie s’interpenetrano essendo ugualmente esatte.
La cattedrale è costruita «goaticamente» su calibri di legno e secondo leggi
naturali ed anche «goeticamente» in quanto agisce magicamente sull’uomo,
secondo le leggi armoniche. Infine è costruita «argoticamente» in quanto segue
le leggi religiose. Questi aspetti si trovano nelle «tre tavole» quadrata,
rettangolare e circolare che costituiscono l’origine delle proporzioni e delle
dimensioni della cattedrale di Chartres. Da un punto di vista alchemico l’argot
costituirebbe il primo passo dell’iniziazione per poter conseguire l’obiettivo
in cui si conciliano il mutabile con l’immutabile, il solve con il coagula
ottenendo l’armonia dei contrari.
E’ in Lombardia che fecero la loro comparsa
le prime volte a crociera, per opera dei maestri muratori comacini, ed anche
nella regione alpina e nel mezzogiorno della Francia. Tale stile si sviluppò,
inizialmente, in particolare nella costruzione delle abbazie benedettine
cistercensi [4]dell’Ile
de France e nella Champagne. Ciò fa presumere che lì vi sia stata una scuola in
cui si sarebbero formati i maestri e dalla quale, poi, si siano sparse le
maestranze nell’occidente cristiano. Ciò fa presumere che vi sia stata una
precisa volontà di diffondere tale sistema di costruzione ed i promotori, senza
dubbio dei religiosi, si aspettavano dalla volta a crociera una valida azione
religiosa sull’uomo. Nello stile bizantino e romanico la cassa di risonanza
(che un tempo si otteneva con la camera dolmenica) per raccogliere gli influssi
benefici del cielo e della terra, è stata realizzata con la struttura
architettonica della cupola e la volta a pieno centro; ma questa «volta» essendo
statica statica non possiede alcuna qualità vibratoria. Ciò spinse gli abati
benedettini a creare per la costruzione delle chiese, ed in particolare, delle
cattedrali un sistema che potesse raddoppiare l’azione terrestre, da una parte
con la musica ascoltata e ciò si ottenne con il «gregoriano», e d’altra parte
con la musica visiva che è data dall’armonia delle proporzioni.(secondo la
proporzione aurea). Verso la fine dell’XI secolo un monaco benedettino, Bernard
di Cluny, sembra, scoprì l’ogiva e la proprietà della sua azione fisica e
fisiologica sull’uomo. Utilizzando le linee di forza dell’ogiva, l’uomo si
raddrizza. In effetti le correnti telluriche non possono passare nell’uomo se
non attraverso una colonna vertebrale diritta e verticale. L’uomo, per
emanciparsi, ha dovuto mettersi in piedi. L’ogiva di Chartres è costruita sulla
tradizionale rappresentazione dell’uomo: la stella a cinque punte ed in particolare
sulla stella iscritta nel cerchio avente per diametro l’altezza della chiave di
volta. I due punti in basso sono i centri del cerchio che formano i due lati
dell’ogiva e che tagliano il cerchio nei due punti laterali in alto.
Le vetrate
Il
problema della luce, da sempre critico per quanto riguarda gli edifici sacri,
nella cattedrale venne risolto coniugando l'aspetto funzionale
con quello spirituale dell'illuminazione. Il
tema della luce non si esaurisce in quello dell'illuminazione.
La luce, infatti, è il contrario dell'ombra,
e già per i filosofi pitagorici chiaro e scuro costituiscono
la prima delle dieci coppie d’opposti che dominano il mondo. Per la cattedrale,
i costruttori gotici vollero che la luce provenisse non solo dalla parte alta
della navata centrale, ma anche lateralmente e ciò fu reso possibile dalla
"smaterializzazione dei muri",
con il ricorso delle vetrate.
Il
rosone a Nord non è mai illuminato dal sole, quello a Sud prende luce a
mezzogiorno, il rosone principale del Portale dei Re, volto a Ovest, riceve i
raggi del sole al tramonto, cosicché nelle cattedrali gotiche si succedono i
colori della Grande Opera alchemica, secondo un cammino che va dalle tenebre
alla luce. Ed il giorno del Solstizio d'Estate un raggio di sole entra da un
piccolo spazio vuoto nella vetrata di Saint Apollinaire e va a colpire una pietra
bianca, incastrata di sbieco rispetto alle altre del pavimento
Ma qual era il significato
profondo che la luce aveva per i costruttori gotici e qual era
il messaggio spirituale di cui l'hanno
resa depositaria?
Goethe in proposito afferma:" Se l'occhio non fosse solare,/ come potremmo
vedere la luce?/ Se non vivesse in noi la stessa forza di Dio,/ come potremmo
entusiasmarci per il Divino?" (teoria dei colori)
Si
è a lungo attribuito all'Oriente il merito di aver messo a disposizione dei
costruttori occidentali, in seguito ai contatti determinatisi con le crociate,
nuove tecniche di lavorazione del vetro; tuttavia, i maestri vetrai delle
cattedrali sfruttarono in un modo originale queste nuove tecniche acquisite:
compongono delle figure, le fanno risaltare con sottolineature disegnate a pennello
e sotto poste a cottura, le incastonano e le sorreggono in un reticolo di
piombo che conferisce all'intera vetrata l'aspetto di un mosaico luminoso. Gli
effetti cromatici realizzati con tale tecnica consentivano il diffondersi di
una luminosità più calda e vibrante. Piccoli medaglioni in vetro multicolore,
raffiguranti episodi della Bibbia e delle vite dei santi, erano solitamente
inseriti nelle vetrate delle cappelle e delle navate laterali; sulle ampie
vetrate nella parte superiore della navata erano invece rappresentate singole
figure di grandi dimensioni, facilmente visibili dal basso. A cominciare dalla
seconda metà del XIII secolo si affermò la tecnica della grisaille, che consentiva di
disegnare motivi nelle sfumature del grigio su vetro bianco: questi pannelli
erano spesso accostati ad altri colorati, che assunsero tuttavia gradualmente
toni più chiari.
Durante il regno di Luigi IX (1226-1270) fiorì il cosiddetto
gotico rayonnant; il termine
deriva dai raggi di pietra che, diramandosi dal centro come in una ruota,
caratterizzavano i grandi rosoni tipici dell’epoca. Peculiarità dello stile
sono l’ulteriore riduzione della struttura in muratura delle chiese,
l’ampliamento delle finestre e la sostituzione della parete del triforio con
vetrate colorate; se le chiese del gotico maturo appaiono estremamente solide,
quelle dello stile rayonnant
danno invece in primo luogo un’impressione di luminosità, preziosità e
raccoglimento.
Le vetrate delle finestre che risalgono al
XIII secolo, sono tra le più belle del mondo, contengono 3889 figure. Nelle
finestre superiori sono rappresentati S. Luigi, S. Ferdinando e
Nell’evoluzione dell’architettura gotica l’ampliamento graduale
delle vetrate non rispondeva alla necessità di conferire maggiore luminosità
agli interni: di fatto, come dimostrano
La spinta a
portarsi il più possibile lontano dalla terra, che si prova non appena si
congiungono le mani e si rivolge il pensiero a Dio, è qui amplificata dalla
profusione di guglie e pilastri a costoloni, archi rampanti e immense vetrate
aeree come trine policrome. Tanto grandi da far pensare al palazzo di
cristallo, dove ogni cosa è luminosità e trasparenza, descritto nei romanzi
cavallereschi che raccontano la ricerca del Sacro Graal. Così l’architettura
della pietra si trasforma in architettura della luce, grazie a queste vetrate
pullulanti di personaggi - sembra che ve ne siano raffigurati ben cinquemila, -
il cui compito era di ricordare o insegnare le Sacre Scritture ai credenti; ma
anche di esaltare, riproducendo episodi della vita quotidiana,
Nella
Cattedrale si è realizzato un vero «catechismo di vetro» che occupa gran parte
dei
Numeri e geometrie. Correlazione esoterica.
Nell’architettura delle cattedrali gotiche si
rispetta una particolarità: l’asse della navata non è il prolungamento esatto
di quello del coro. La deviazione dell’asse rappresenta una sorta di “rottura”
una frontiera invisibile fra due ordini di realtà diverse; la rottura fra la
navata, luogo della conoscenza razionale, e il coro, luogo della conoscenza in
assoluto. Come afferma Pitagora, la dissimmetria è vita; una dissimmetria
creatrice che devia la linea diritta della ragione.
Esaminiamo ora l’orientamento della Cattedrale
di Chartres rispetto ad altre cattedrali. Solitamente le cattedrali sono
orientate con l’abside verso EST, ciò perché è il punto geografico dove sorge
il Sole, quindi la luce, la vita; mentre l’OVEST, dove il Sole tramonta
rappresenta l’oscurità e la morte. La cattedrale di Chartres, diversamente, ha
l’abside orientata verso nord-est di più di 45°. L’unica spiegazione possibile
è che segue il senso della corrente tellurica sulla quale è posta.
Nella disposizione delle strutture
architettoniche della cattedrale si fa riferimento, dunque, alle polarità,
nelle quali s’identificano diversi stati dell’essere e quindi a NORD dove in
apparenza vi è l’oscurità, si trova un portale ricco di simboli in rapporto con
la via iniziatica; ad OVEST si trovano dei bassorilievi che rappresentano il
giudizio universale ed a Sud vi è un grande rosone dal quale filtra la luce del
Sole in tutta la sua forza. All’esterno i portali sono sormontati da un nartece
(portico coperto dove sostavano i profani prima del battesimo).
Dall’alto delle torri, dicono gli iniziati,
si vede il mondo intero. Nella cattedrale di Chartres la torre do nord-ovest
rappresenta il Sole, il principio maschile, mentre quella di sud-ovest
rappresenta
La navata, come esprime la parola,
architettonicamente è una nave rovesciata, simbolo dell’Arca, dove s’imbarcano
i saggi per viaggiare verso la luce. Il pavimento era in origine composto da
piastrelle bianche e nere per evocare la
dualità del nostro mondo. Nel labirinto della cattedrale, altrimenti chiamato
il “labirinto di Gerusalemme” , malgrado le apparenze è impossibile perdersi in
quanto vi è un solo accesso ed un'unica via percorribile per arrivare al
centro, del nostro essere. I rosoni, capolavori di arte vetraria, la cui
immobilità è solo apparente perché, in realtà essi sono sempre in movimento ed
in accordo con i cicli eterni, riflettono due essenziali movimentidel pensiero:
il percorso dalla periferia al centro e viceversa.
Come nel dolmen il tempio è a contatto con
l’acqua del suo pozzo, che originalmente è a livello del coro d’ogni
cattedrale. Con le sue guglie, la cattedrale s’immerge nelle correnti
dell’atmosfera, nelle grandi “correnti” cosmiche. Essa raccoglie la luce,
l’assorbe e la trasforma agendo come un vero e proprio Athanor [5]
per realizzare una meravigliosa alchimia nell’uomo e la sua trasmutazione verso
uno stadio superiore dell’Umanità. Vi è qualcosa di più nello stile gotico,
oltre alle soluzioni tecniche ed architettoniche; nel gotico è insita la
“formula” per la costruzione dei Templi nella loro funzione di vestiboli al
Regno di Dio, e questo richiede una scienza più alta di quella dei calcoli di
forze e resistenze. E’ necessaria una conoscenza delle leggi dei numeri, una conoscenza
delle leggi della materia, una delle leggi dello spirito e, per agire sugli
uomini, una conoscenza delle leggi filosofiche e psichiche. Chartres potrebbe
essere quel «Libro d’oro» nel quale i saggi fecero includere il messaggio della
scienza. All’origine della cattedrale vi è il luogo, dono della Terra. Poi
vennero tre uomini. Il primo è l’ispirato da Dio. Egli proferisce la dedica,
che in lingua sacra è come il riflesso del Verbo in questo luogo. Il secondo è
il saggio. Egli risolve i Numeri, che sono dei rapporti, le lettere e le parole
della consacrazione. Egli dà il Numero di questo luogo, che costituisce il rapporto
tra il luogo e il mondo e che è la misura. Il terzo è il maestro di bottega.
Per mezzo suo i numeri diventano rette e curve di materia, figure e proporzioni
di pietra, pesi e slanci di ogive. Ai saggi: il verbo. Ai sapienti: il numero.
Agli operai: l’Armonia risolta in materia. Raul Vergez, scrittore ed autore,
come carpentiere, del restauro della maggior parte delle chiese in Normandia e
Bretagna, dopo le devastazioni della battaglia del luglio 1944, citò l’enigma
della pianta della cattedrale collegato al Santo Graal: “ Tre lastre hanno
retto il Graal”. La pianta della cattedrale di Chartres è costituita da tre
lastre: una lastra rotonda, una lastra quadrata, e una lastra rettangolare.
Tutte e tre hanno la stessa superficie e il loro numero è: 21. La lastra
rettangolare è quella dell’ultima Cena; la lastra mistica, cristiana, quella
che deve sostenere l’altare. Il coro di Chartres è rettangolare.
Il
primo enigma da risolvere è quello del numero “
2,618
x 12/10 (intervallo musicale fra la gamma maggiore e la gamma minore) = 3,1416
= (TT). Il p-greco è la costante che permette di trovare il perimetro e la
superficie di un cerchio di cui si conosce il diametro. La lastra rettangolare
di proporzioni 2/1 contiene, quindi, la radice della trasformazione di una
superficie angolare in una circolare; da qui deriva la possibilità di dedurre
la superficie della lastra rotonda da quella della lastra rettangolare composta
da due lastre quadrate. Si tratta della “quadratura del cerchio” realizzata sul
piano della geometria di costruzione. Il poeta francese Charles Péguy così
definisce la cattedrale di Chartres: “ E’ la pietra senza macchia, è la pietra
senza peccato, la preghiera più alta che sia stata offerta e la ragione più
forte che sia mai stata costruita; il profilo più alto verso il cielo”.
Nella misura in cui una persona si avvicina
con amore a questa cattedrale, essa gli si rivela, “parla”. Essa è come
un’astronave o “nave astrale” che trasporta a livelli superiori, è una porta
del tempo.
Due correnti religiose
Nella spiritualità della cattedrale di
Chartres s’incontrano due correnti religiose: una cosiddetta pagana, e l’altra
cristiana. Nell’ultima conferenza del sesto libro sui Nessi Karmici[6]
tenuta a Londra il 27/08/1924, Rudolph Steiner vede in Chartres un riflesso del
cristianesimo cosmico che si sposa con il cristianesimo storico ufficiale; egli
dice: “Le due correnti si vanno incontro: l’una, che opera sulla natura, è
rimasta nella corrente pagana e fa riferimento al Cristo pre-cristiano, Essere
solare che viene presentato, prima del mistero del Golgota, da uomini quali i
cavalieri della Tavola Rotonda. In direzione opposta gli va incontro il
cristianesimo del Golgota, quello che procede attraverso il sangue, i cuori, le
anime degli uomini. La prima corrente fu più tardi conosciuta come la corrente
di Artù; l’altra come la corrente del Graal.” Steiner, nella sua conferenza,
individua nell’anno 869, il periodo in cui avvenne l’incontro fra le due
correnti religiose. In quell’anno, a Chartres la cattedrale fu distrutta da un
incendio. L’edificio fu ricostruito ed il re di Francia Calvo il Calvo, donò,
in quella occasione, alla cattedrale la “Santa Tunica” che, secondo la
leggenda, sarebbe stata quella che
A) La corrente di Artù, proveniente da Nord –
Ovest che ha a che fare con il cristianesimo cosmico- solare, con la natura- (paganesimo- macrocosmo)
B) La corrente del Graal, proveniente da SUD-EST , (cristianesimo, storico - sangue- microcosmo).
Così continua Steiner: “ La scuola di
Chartres è meravigliosamente situata nel mezzo, tra il principio nordico di
Artù ed il principio Cristico meridionale. Le ombre del Castello di Artù e
quello del Graal fnno agire gli invisibili impulsi soprasensibili nel
comportamento e nello stato d’animo imperanti negli appassionati discepoli che
vi si trovavano…”. Steiner parla dell’ombra del castello del Graal; sarebbe una
rappresentazione del cristianesimo storico: il Logos, l’Essere solare che entra
nel sangue di un uomo e quindi nella sua interiorità. Perché il Graal è la
coppa del sangue di Cristo, quindi, l’uomo. Nella scuola di Chartres l’incontro
fra il nord e il sud si ha anche con l’incontro fra due personaggi che hanno
avuto un ruolo importante nella costruzione della chiesa di Chartres: Giovanni
di Salisbury inglese (Salisbury è un paesino nei pressi di Stonehenge dovè
c’erano insediamenti celtici) e Fulberto, proveniente dall’Italia, cioè da
sud, il quale da l’inizio ai lavori
della chiesa e ne rende nota l’esistenza in tutta Europa. Fulberto che era un
medico, musicista, costruttore e
teologo, fondò a Chartres una scuola neoplatonica che dal 1000 al
I cavalieri del Tempio
Lo stile gotico, inizia ad esprimersi dopo la prima crociata e, più precisamente, intorno al 1128 dopo il ritorno dalla Terra Santa dei primi nove cavalieri del Tempio. È a partire dal 1128, con il ritorno in Francia di Hugues Payns (qualche anno prima inviato insieme con altri otto cavalieri a Gerusalemme da Bernardo il Cistercense[7] che ha inizio lo sviluppo dello stile gotico.
Nell’anno 1118 nove cavalieri francesi, si
presentarono al re di Gerusalemme Baldovino II al quale offrirono un servizio
di protezione ai pellegrini cristiani costituendo una sorta di polizia delle
strade infestate dai beduini che assalivano i viandanti per depredarli dei loro
averi. Il Re li accolse alloggiandoli in un’ala del suo palazzo il Masjid el Aksa nel luogo in cui sorgeva
il Tempio di Salomone. I cavalieri informarono il Patriarca della missione loro
affidata e del loro desiderio di essere considerati «soldati di Cristo» e di
vivere in modo monacale. Ricevuto il suo consenso, pronunciarono i voti di
castità, di obbedienza e di non possesso di beni personali. Essi assunsero il
nome di templari dall’area che fu loro assegnata per alloggiarvi. I nove
cavalieri erano Hugues de Payns, (appartenente alla famiglia dei Conti di
Champagne, che sarebbe diventato Gran Maestro dell’Ordine del Tempio), Bysol de
Saint Omer, Andrè
de Montbard zio di San Bernardo da Clairvaux, Archambaud de Saint Aignan,
Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de
Montdidier. I nove sarebbero potuti entrare nell’Ordine degli Ospitalieri che svolgeva già un servizio di assistenza
ai pellegrini. Peraltro essi non erano neppure crociati e non partecipavano
alle azioni di guerra; ma entrarono sotto la tutela benevola del Re che offrì
loro parte del suo palazzo facendo allontanare, nel contempo, i canonici dal
Santo Sepolcro lasciando, così, tutto il Templum
Salomonis ai nove cavalieri. Questi, per nove anni, rifiutarono ogni
compagnia e mantennero una regola di semi laicità rimanendo sostanzialmente
indipendenti sia dal Re che dal Patriarca di Gerusalemme. La salvaguardia delle
strade, evidentemente, era un pretesto, un’operazione di facciata. Essi, in
realtà erano in quanto incaricati di compiere una missione, senza dubbio su
mandato di Bernard de Clairvaux, che rea una delle più affermate ed influenti
autorità religiose del tempo. E’ intuibile che se ai nove cavalieri fu lasciata
la piena disponibilità del Tempio vuol dire che quello era l’ambito di
svolgimento della missione segreta loro affidata., la chiave dell’enigma. In
effetti è molto plausibile che i cavalieri fossero lì per scoprire e portar via
qualche reperto importante che si riteneva vi fosse nascosto. Infatti, essi
provvidero a sgombrare le immense scuderie di Salomone che si trovavano sotto
l’area del Tempio (le scuderie erano capaci di alloggiare più di duemila
cavalli). Ma perché ci si era rivolti, per questa missione, a dei cavalieri che
avesser, nel contempo, espresso voto di castità? Perché ciò ce avrebbero dovuto portar via
doveva essere qualcosa di particolarmente sacro ed importante per cui erano
necessari uomini d’armi e puri d’animo e corpo. Quali oggetti così sacri e
preziosi se non l’Arca dell’Alleanza e le Tavole della Legge? Le Tavole
dell’equazione dell’Universo rappresentano la chiave per aver accesso alla
conoscenza della grande Legge d’unità che regge i mondi e che consente di risalire
dagli effetti alle cause e conseguentemente, di agire sui fenomeni che generano
le cause. Mosè scrisse un commentario delle Tavole in lingua semitica ed in una
scrittura criptica ottenuta mediante un sistema numerico che più tardi sarà
chiamato Kabala ed introdusse nell’Arca anche un’unità di misura sotto la forma
della Verga di Aronne, il bastone vivente.Sembra che Salomone, abbia composto
un nuovo «commentario» alle Tavole della Legge, scritto anch’esso in termini
criptici, che era allo stesso tempo il suo testamento di adepto, Il Cantico dei Cantici, considerato uno
scritto di altissimo valore iniziatici; un canto d’amore dal contenuto
ermetico. Il Tempio fu costruito grazie alla perizia del Re fenicio architetto
Hiram-Abi il quale era capace di utilizzare la «vecchia misura» indicata nella
Verga di Aronne. La tradizione iniziatica dei costruttori fenici arrivava dai
costruttori dei Templi egiziani. Probabilmente furono loro che la tramandarono
ai greci ed attraverso questi, giunse all’occidente medievale. I compagni
costruttori di ponti e di chiese si riallacciano alla tradizione dei «figli di
Abihiram» . Appena costruito il Tempio, Salomone fece mettere l’Arca nel Sancta
Sanctorum che si trovava in una cripta sotto terra quasi fosse in letargo come
la principessa sino a che non arrivi a svegliarla il principe azzurro. Ne Il Cantico
dei Cantici Salomone scrive: “Non svegliate, oh! Non svegliate
Nell’anno 1128 un piccolo gruppo di
cavalieri, provenienti da Gerusalemme, fa ritorno in Francia per recarsi al
Concilio di Troyes, dove San Bernardo di Clairvaux fissa i preliminari della
regola che s’impone all’Ordine del Tempio.
Affermando che la missione dei cavalieri è stata portata a termine, egli dice:
“…bene ha operato Damedieu (forse
Bibliografia
Louis Charpentier – I Misteri della cattedrale di Chartres - Edizioni l’Età dell’Acquario
Rudolph Steiner - Considerazioni esoteriche sui nessi Karmici – Editrice Antroposofica Milano.
Note
[1] La cattedrale Notre-Dame de Chartres,
consacrata alla Vergine (Notre-Dame), sita a Chartres nel nordovest
della Francia (a
La figura più importante nella storia di
questa diocesi fu il vescovo Fulberto, teologo scolastico riconosciuto in tutta
Europa, che cominciò nell'XI secolo la costruzione della cattedrale sull'area
precedentemente occupata da un antico santuario pagano.
L'edificio costruito da Fulberto fu distrutto
nel
L'interno, alto
Questa cattedrale si riconosce facilmente a
causa della grande differenza tra le sue due torri:
la torre sud è dotata di una base tipicamente
gotica e sormontata da una guglia molto semplice;
la torre nord, costruita in epoca più tarda e di
architettura più complessa.
[2] .I druidi sono stati gli annunciatori del cristianesimo. Nei “Misteri d’Ibernia”, essi avevano la visione di ciò che si sarebbe annunciato o che si stava compiendo in un’altra parte del mondo. L’annuncio del cristianesimo come religione cosmica. Il Cristo, l’Essere cosmico che pervade tutta la natura è il cuore di tutto il Cosmo.
[3] Goetico: secondo l’etimologia greca deriverebbe da goezia (magia) dal greco goes (stregone). Goétis: sortilegio, un’arte di raggiro che si realizza nel passaggio dal lineare al curvo, da una geometria lineare terrestre ad una geometria curva, cosmica. E’, quindi, un’arte goetica.
[4]“ Cistercense”deriva da una località nei pressi di Digione, detta Citeaux (in latino Cistercium, da qui il nome Cisterciensi
[5] Athanor è un
termine usato in alchimia per designare un forno il cui calore serve ad
eseguire la digestione alchemica. Dal greco thanatos (morte), la
"a" privativa conferisce alla parola caratteristiche di immortalità
e resurrezione.
L'Athanor è rappresentato in varie forme, da
quella cubica o parallelepipeda a quella cilindrica. Esiste un'accurata
descrizione dell'Athanor fatta da Giovanni di Rupescissa nel suo De
confectione veri lapidis philosophorum.
Il Significato dell'Athanor non è però quello
di un comune forno dove cuocere i metalli, "non è un forno della specie di
quello dei chimici"; esso "di cui i filosofi hanno un gran
segreto" altro non è che il corpo umano, dove avvengono realmente
le 'combustioni'. Attraverso la forma del forno con i suoi involucri, piani e vari
strati non si vuole dare altro che una metafora semplificata del complesso
delle qualità mentali e fisiche dell'individuo, le trasformazioni delle quali
lo condurranno al conseguimento della Pietra Filosofale.
[6] Considerazioni esoteriche sui nessi Karmici – Steiner- Editrice Antroposofica Milano.
[7] L’ordine dei monaci cistercensi era stato promosso nel 1098 da Roberto di Champagne, abate di Molesme in Borgogna.
Pietro Francesco Cascino è il Vice presidente del Gruppo Teosofico “Ars Regia H.P.B." di Milano