Il grande simbolo
Il Segno che rende visibile l’invisibile
Di: Adriana Simeoni
Il Simbolo è un grafico,
un diagramma che rivela e nasconde significati di un discorso che può essere
infinito, oppure di un discorso che vuole comunicare cose, immagini, concetti o
sentimenti semplici, sia positivi che negativi. Il simbolo quindi può
riguardare il senso unico e complesso di un’intera disciplina; oppure
rappresentare una tappa di conoscenza o di evoluzione da raggiungere,
difficilmente spiegabile a parole, oppure può rappresentare rivelazioni inviate
dall’Alto e captate da “Profeti”, i cosiddetti “Uomini Pii”,
attraverso intuizioni, sogni, illuminazioni, folgorazioni e via dicendo. Questi
ultimi vengono definiti “Grandi Simboli”, ed è proprio su di essi che
ora vogliamo porre l’attenzione.
Quelli ritenuti “Grandi Simboli” sono, in realtà, tutti quelli che hanno Valore Universale, che sono rivelatori di “Vita Vera”, di “Valori Oggettivi”, “Eterni”, e “Sempre Validi” e che prescindono dalla storia e dalla tradizione; questi Grandi Simboli sono particolari tipi di diagramma che contengono significati profondi e nascosti e hanno il potere di collegare il visibile con l’invisibile. Essi hanno il potere di mettere l’uomo in relazione con il Sacro, con il Divino, con l’Eterno, mediante glifi particolari che hanno significati da scoprire in continuazione a seconda della maturità che, mano a mano, raggiunge chi li osserva. Fra i Grandi Simboli possiamo annoverare, il “Tao” cinese, simbolo dell’armonia e dell’equilibrio fra gli opposti; la “Ruota” dell’induismo, simbolo del ciclo eterno, dell’infinito e della reincarnazione; la “Stella a Sei Punte” ebraica, simbolo dell’alleanza dell’incontro fra uomo e Dio; la “Croce Cristiana”, simbolo dell’Uomo – Dio che si sacrifica e si pone al centro dei quattro elementi per avere la vittoria sul mondo. In questi simboli i significati non stanno tanto nel disegno in sé, quanto nell’interiorità dell’uomo che li contempla.
Vengono definiti Grandi Simboli anche quelli che C.G. Jung chiama “Archetipi”, perché essi sono da considerarsi non tanto espressione della storia o di una tradizione, ma espressioni di una forma originaria, che fa parte della nostra essenza, mediante la quale organizziamo le conoscenze e diamo senso alle nostre relazioni con gli altri e con il mondo. Esse fanno parte del nostro inconscio individuale e collettivo, inferiore e Superiore.
Ma tornando al simbolo in
generale diremo che esso è l’espressione di una tappa di evoluzione o di
involuzione da raggiungere e che lavora sia verso il bene che verso il male
(vedi la “Svastika” con gli uncini rivolti verso destra o il “Baphometh”
o qualunque altro simbolo adoperato per la magia nera). Tuttavia un simbolo
diviene strumento di reale evoluzione o involuzione solo se, da parte di chi lo
osserva, vengono riconosciuti validi i valori in esso contenuti e se desidera
sinceramente vivere secondo tali valori, altrimenti rimane semplice oggetto di
conoscenza avulso da un qualunque valore evolutivo.
Ora
dopo quanto detto passiamo con la giusta disposizione d’animo a parlare del
Grande Simbolo della S.T.I. o meglio del Sigillo che caratterizza la natura, i
fini e i mezzi della S.T.I.. Il Sigillo diviene per gli affiliati a tale
società, una protezione, un supporto e un punto di contatto. Diviene un vero e
proprio scudo di protezione dagli elementi spuri.
Il
Sigillo della S.T.I. è composto da vari simboli; cominciando dal centro,
incontriamo il simbolo della croce e più precisamente della “Croce Egizia”
detta “Anch” o Chiave della Vita eterna. La croce è il simbolo per
eccellenza dei quattro elementi naturali o alchemici (Fuoco, Aria, Acqua e
Terra); dei quattro mondi cabalistici che sono dentro e fuori di noi (fisico,
psichico, mentale e spirituale); dei quattro punti cardinali che delimitano il
mondo creato (Nord, Sud, Est, Ovest); dei quattro verbi del mago (conoscere,
volere, osare e tacere) che servono ad impadronirsi delle energie della natura
e a trasformarle, ma soprattutto è il simbolo di colui che si sa mettere al
centro della croce o degli elementi, cioè di colui che diviene padrone della
vita terrena e che, sacrificandosi ad essa, merita le chiavi della Vita Eterna.
Con la passione e morte del Cristo abbiamo realmente compreso cosa significa
sacrificarsi per il bene del mondo. L’ordine dei Rosa Croce metteva al centro
della croce una rosa, simbolo di fratellanza e di amore che va al di là della
vita quotidiana.
Questa
Stella è pregna di grandi significati che cercheremo di richiamare alla mente,
ma soprattutto al nostro modo di sentire e di agire che è l’unico e il vero
motivo dei nostri studi. A questo proposito nel libretto “Imitazione di
Cristo” (pag. 8), troviamo scritto: “Che cosa ti giova saper dire cose
sublimi intorno alla S.S. Trinità, se poi alla S.S. Trinità sei sgradito perché
manchi di umiltà? Che invero non sono i discorsi sublimi che rendono una
persona santa e giusta”.
Infatti,
se guardiamo in chiave spirituale e reverenziale il simbolo della stella a sei
Punte, ci sembrerà quasi di vedere a chiare note come i Tre Principi Divini,
indicati dal triangolo con la punta verso il basso, scendano nella materia per
animarla e in noi per formare nel nostro cuore un antro che custodisca il Sé
(l’unione dei Tre Principi) per divenire noi stessi il Tempio del Dio Vivente.
Così che dalla terra possa ripartire il Triangolo, quello con la punta verso
l’alto, portatore di energie purificate e liberate dalle scorie, per opera
soprattutto dell’uomo che prende coscienza del suo compito nella vita.
Nell’incontro di questi due triangoli, quando avviene in noi, si sprigionano
fiamme di catarsi, di purificazione e di sublimazione che ci portano a livelli
sempre più profondi di consapevolezza. Sentiamo in noi la presenza della
divinità, vediamo noi stessi far parte della vita infinita, ma prendiamo altresì
sempre più coscienza del grande lavoro di purificazione che siamo chiamati a
svolgere, per purificare le energie dalle scorie della materia e dalle forze
basse in cui la terra le ha coinvolte. Il Triangolo con la punta in alto indica
infatti le energie di ritorno, energie che hanno dato la vita al mondo
coinvolgendosi nella materia e che ritornano purificate per opera soprattutto
degli “Uomini Giusti”.
Il
concetto di S.S. Trinità che racchiude il grande mistero della vita andrebbe
teologicamente approfondito per comprendere la consustanzazione delle tre
entità, ma noi ci limiteremo a dire che tutte le religioni e le teorie
filosofiche ed esoteriche hanno riconosciuto che alla base della vita del
microcosmo e del macrocosmo ci sono “Tre Principi Generatori”: il Padre,
il Figlio e lo Spirito Santo e che gli gnostici chiamano Nostra Signora lo
Spirito Santo, per i cristiani; Kether, Binah e Hokmah per gli ebrei,
cabalisti; oppure Brahma, Vishnù, Shiva, per la religione indù; per la
religione egizia Osiride, Iside, Orus; anche la caldea e la babilonese
forniscono esempi di Trinità: dopo ILU, sorgente misteriosa e universale di
tutte le cose, veniva una trinità composta dalle sue manifestazioni. ANU, caos
primordiale, Dio del tempo e del mondo, HEA, intelligenza e Verbo che animò la
materia e la rese fertile e BEL, demiurgo e governatore dell’universo
organizzato. Gli alchimisti hanno trovato anche nei metalli questi principi
generatori: lo Zolfo Principio, Mercurio Principio che generano il Sale
Principio. Senza la fusione di questi “Principi Primi” o la loro
scissione (solve et coagula) il mondo non sarebbe esistito.
In
questo caso la circonferenza è rappresentata da Ananta o naga, il serpente,
simbolo indiano, che si morde la coda, che racchiude fra le sue spire
l’universo e che è raffigurato nell’atto di inghiottire la propria coda,
allusione questa alla natura riassorbentesi dell’infinito.
Fuori
della circonferenza e al di sopra di essa c’è appunto
L'emblema della Società Teosofica: