Discorso inaugurale del Colonnello H. Steel Olcott
I° Presidente della Società Teosofica
tenuto al Mott Memorial Hall a New York
al primo incontro regolare della Società Teosofica, il 17 novembre 1875
In tempi futuri, quando lo storico imparziale
scriverà dei progressi delle idee religiose nel presente secolo, la formazione
di questa Società Teosofica, al cui primo incontro per la sua formale
dichiarazione di principi stiamo ora partecipando, non passerà inosservata.
Questo è certo. Il mero annuncio della prevista inaugurazione di tale movimento
ha attirato l’attenzione ed ha causato non poche discussioni, nell’ambito della
stampa sia laica che religiosa. Tale annuncio, alle orecchie di alcuni tra i leader delle forze contrapposte di
teologia e scienza è suonato come il lontano rumore assordante di una tromba
alle armate in lotta, durante una battaglia. La nota è sommessa e non indica né
la forza né lo scopo degli eserciti che si avvicinano. Per entrambe le parti
potrebbe significare l’arrivo di rinforzi per ottenere la vittoria; potrebbe
annunciare solamente il raduno di coloro che, nella contesa, sono neutrali per
osservare gli eventi, o potrebbe minacciare la sconfitta ed il disarmo di
entrambi gli antagonisti. Per quel poco che è stato detto a tale proposito, non
è ancora chiaro al pubblico come questo “nuovo
inizio” debba essere visto. Nessuna chiesa e nessuna associazione sa se
adottare [nei confronti della nascente Società Teosofica, n.d.t.] una politica
di denuncia, travisamento, ingiuria o amicizia. Secondo alcune riviste profane
è con condiscendenza incoraggiata a “vivificare
un’età prosaica con l’esibizione di trucchi medievali di stregoneria”,
mentre altri la denunciano come precursore della ricaduta nelle “peggiori forme di feticismo”. Alcune
settimane fa, gli spiritisti diedero il via a forti ed adirate proteste contro
i suoi promotori, come se essi cercassero di soppiantare le relazioni prevalentemente
democratiche verso l’altro mondo con un esoterismo aristocratico, e perfino
adesso, mentre sembrano osservare la nostra prossima mossa con il massimo
interesse, la loro stampa brulica di critiche diffamatorie. Nessuna delle sette
religiose si è chiaramente compromessa, sebbene i nostri primi passi siano stati
considerati con sospetto da alcuni dei loro membri.
Essendo tale lo stato delle cose agli albori del
nostro movimento, prima di sferrare alcun colpo, non ho forse il diritto di
ripetere che nei tempi che verranno è inevitabile che la nascita di questa
nostra Società debba essere considerata come un elemento importante, nell’ambito
che gli storici saranno chiamati a risolvere?
L’attuale esiguo numero dei suoi membri non deve
essere considerato assolutamente come discriminante nella sua prevedibile crescita.
Più di mille e ottocentosettanta anni fa, l’intera Chiesa Cristiana poteva
essere contenuta entro il capanno di un pescatore della Galilea, e tuttavia ora
abbraccia centoventi milioni di persone all’interno della sua comunione;
e dodici secoli fa, il solo credente nell’Islamismo, che ora conta
duecentocinquanta milioni di fedeli, cavalcava un cammello ed era un sognatore.
No, non è una questione di numeri il grande effetto
che questa Società avrà sul pensiero religioso – andrò oltre, aggiungendo quello
scientifico e filosofico – dell’epoca. I grandi eventi vengono a volte da inizi
molto modesti. Non serve che occupi il tempo a citare esempi per rafforzare
queste mie idee. E non è neppure una questione di fondi di dotazione e introiti
da parte di uno dei numerosi membri. I discepoli propagandisti inviati da Gesù
erano scalzi, malvestiti e senza borsellino o bisaccia.
Che cos’è quindi che mi fa dire con la più profonda
serietà ed una piena conoscenza della sua verità ciò che ho detto? Che cosa mi
fa non solo contento, ma orgoglioso di schierarmi per un breve momento quale
avvocato difensore e figura chiave di questo movimento, rischiando abusi,
travisamenti, ed ogni vile assalto? In effetti è che nella mia anima sento che
dietro di noi, dietro il nostro piccolo gruppo, dietro la nostra organizzazione
debole ed appena nata, sta un POTERE GRANDE, a cui nulla può resistere – il
potere della VERITÀ! Perché sento che siamo solo l’avanguardia, che tiene il
passo fino all’arrivo dell’esercito, sento che siamo schierati per una santa
causa, e che la verità, ora come è sempre stato, è potente e prevarrà. Perché
vedo intorno a noi una moltitudine di persone appartenenti a credo diversi che
adorano, attraverso l’ignoranza allo stato puro, finte e sterili superstizioni,
e che aspettano solamente che vengano loro mostrate l’impudenza e la disonestà
delle loro guide spirituali per chiedere conto delle loro azioni e cominciare a
pensare da se stessi. Perché sento, quale sincero teosofo, che saremo in grado
di dare alla scienza prove della verità dell’antica filosofia e della globalità
della scienza antica così importanti che la spinta verso l’ateismo verrà
arrestata, ed i nostri scienziati, come Madame Blavatsky ha affermato, “si metteranno al lavoro per imparare un
nuovo alfabeto della Scienza in grembo a Madre Natura”.
Come credente nella Teosofia, teoretica e pratica,
sono personalmente fiducioso che questa Società sarà il mezzo per fornire le
prove inconfutabili dell’immortalità dell’anima di cui nessuno, tranne un folle,
potrà dubitare. Credo che arriverà il tempo in cui gli uomini proveranno
vergogna per aver propugnato l’ateismo in una qualsiasi delle sue forme, in
quanto, tra trent’anni, non avranno mai più posseduto uno schiavo o tollerato
la schiavitù umana.
Voltatevi indietro di pochi, pochissimi anni, quando
William Lloyd Garrison fu condotto lungo le strade di Boston con una corda
attorno al collo. Paragonateli allo stato attuale della Questione della
Schiavitù, e poi ditemi che cosa non farebbero poche persone oneste,
determinate ed altruiste. Perché nel 1859 andai io stesso, a rischio della mia
vita, a commentare per il New York
Tribune l’impiccagione di John Brown; e nel 1857, mentre ero in visita al
Senatore Hammond in South Carolina, semplicemente come studente di scienze
agrarie, e non avendo nulla a che fare con la politica, un giornale di Augusta
mi condannò alla prigione perché scrivevo per il Tribune, sebbene solo riguardo all’agricoltura. Essendo passato
attraverso tali esperienze, ed avendo visto un così completo ribaltamento delle
condizioni entro lo spazio di pochissimi anni, sento che né io né questa
Società corriamo serio pericolo mostrando un po’ di coraggio morale in una
causa così buona. Lasciate che il futuro si prenda cura di sé; sta a noi
modellare il presente per farlo diventare ciò che desideriamo e che ci porterà
onore. Se siamo sinceri l’uno con l’altro e con noi stessi, supereremo
qualsiasi ostacolo, sconfiggeremo qualsiasi nemico e raggiungeremo quello che
stiamo cercando, la pace dell’anima che deriva dalla conoscenza assoluta. Se
siamo divisi, irresoluti, temporeggiatori, gesuiti, falliremo come Società nel
fare quello che ora è chiaramente alla nostra portata e gli anni futuri
indubbiamente ci vedranno piangere la perdita di tale occasione d’oro, come
succede a pochi, nel corso dei secoli.
Ma se questa Società si dissolverà tra un anno, non
avremo vissuto invano. L’oggi è nostro; il domani potrà esserlo; ma il passato
è andato per sempre. Nell’economia della natura, un impulso, sebbene flebile,
dato alla materia, è eterno; ed un atto, una volta compiuto, e le sue
conseguenze, siano esse piccole o grandi, deve essere elaborato prima o dopo.
Il capriccio passeggero di una donna ha talora cambiato il destino di nazioni;
il pronunciare una parola in montagna può portare ad una valanga che schiaccia
il piccolo villaggio che giace ai suoi piedi; il voltare a destra o sinistra
per evitare una pietra, o il dare la caccia ad una farfalla, o gratificare non
importa quale futile fantasia, può alterare l’intera vita di un uomo e,
direttamente o indirettamente, causare delle conseguenze momentanee a tutto il mondo.
Attorno a noi scorgiamo gente che lotta ciecamente
per emancipare il proprio pensiero dal dispotismo ecclesiastico – senza vedere
più di un debole barlume di luce nell’orizzonte nero delle proprie idee religiose.
Queste persone lottano contro un irrefrenabile desiderio di liberarsi dai
vincoli che legano la loro zoppicante ragione, dopo che la loro agile intuizione
se ne è liberata. Da una parte, gli scienziati, con fare filosofico, le
invitano ad un’apoteosi della materia; dall’altra gli spiritisti spalancano loro
le porte dipinte del “mondo degli angeli”.
Il clero tiene questa gente in pugno e sibila avvertimenti ed anatemi alle sue
orecchie. Tentenna, incerta su dove andare. Erede delle brame spirituali della
razza, indietreggia davanti alla prospettiva dell’annichilimento che, nel suo
caso, quando il fardello della vita fa pressione pesantemente, può non sembrare
sempre sgradito, ma che non è stato mai designato per coloro che, vicini e
cari, sono morti in gioventù e purezza, ed hanno lasciato dietro di loro una
dolce fragranza, quando la scatola di alabastro è stata rotta ed essi sono
passati dietro il Velo di Iside.
Ma quando le persone si rivolgono allo spiritismo,
per trovare conforto e sicurezza, incontrano una tale barriera di impostura, medium ingannatori, spiriti a riposo e
rivoltanti teorie sociali da far fare loro un balzo indietro con ribrezzo,
mentre si lamentano segretamente della necessità che li obbliga a fare questo.
Contano, forse, tra le loro conoscenze, molte persone di carattere
irreprensibile che possono dimostrare di poter identificare gli amici scomparsi
e definirsi spiritisti; ma vedono questi amici frequentare le chiese come
prima, astenendosi dagli incontri spiritistici, mentre ne consultano in segreto
i documenti. Quando essi chiedono perché è così, la risposta universale è che
molte persone immorali si sono legate alla causa, ed i medium vengono costantemente scoperti ad imbrogliare, tanto che è considerato
quasi disdicevole essere un aperto e confesso spiritista. I membri di tale
gruppo si scusano per il fatto che ci siano dei medium che barano, chiedendo agli scettici di ignorare le frodi e prendere
in considerazione i fenomeni genuini ma dimenticano che ciò richiede nervi saldi
ed una forte volontà di scavare in fondo ad un mucchio di letame con la
possibilità di trovarvi qualcosa di valore.
Le sette protestanti partono, nei loro ragionamenti,
con il fatale presupposto che una Bibbia
infallibile ed ispirata porterà la prova della bontà dei loro argomenti, e così
anticipano il loro destino; poiché il potere analitico della ragione è legato
solo dai limiti della verità accertata, e ogni giorno vengono alla luce nuove
scoperte tra le rovine dell’antichità, scoperte che attaccano le fondamenta su
cui poggia l’intero schema della Cristianità. I più audaci esploratori della
scienza sono adepti del Protestantesimo; questa aspirante signora della nostra
coscienza è pugnalata dai suoi stessi figli.
Su cosa poggia questa Chiesa o qualsiasi altra
gerarchia ecclesiastica se non sulla brama congenita dell’uomo per un’esistenza
immortale, sulla mancanza di chiarezza nella nostra comprensione dell’altro
mondo e sull’urgenza di necessità materiali, che ci obbligano ad accettare
l’intervento di una classe selezionata di guide spirituali ed esegeti, o a fare
senza nutrimento spirituale, non avendo altro che quello che possiamo
raccogliere lungo la strada polverosa lungo la quale arranchiamo dalla
giovinezza alla vecchiaia?
Se i fondatori di questa Società sono onesti con
loro stessi, si metteranno al lavoro per studiare la questione religiosa dal
punto di vista degli antichi, raduneranno le loro saggezze, verificheranno le
loro presunte scoperte teosofiche (dico presunte,
quale presidente di una Società che ama indagare senza posizioni preconcette) e
contribuiranno alla ricerca collettiva di qualsiasi cosa sia di comune interesse.
Se c’è qualcuno che ha iniziato senza calcolare il costo; se c’è qualcuno che
pensa di corrompere questa associazione facendola diventare parte di una setta
di qualsiasi altra egoista fazione; se c’è qualche codardo che spera di
incontrarci in segreto ed insultarci in pubblico; se c’è qualcuno che inizia
con la speranza o l’aspettativa di piegare tutto alle proprie nozioni
preconcette, senza tener conto delle prove; se c’è qualcuno che, attenendosi al
generico principio, che scopriremo tutto ciò che possiamo su tutte le
leggi della natura, ma che lo faremo con la limitazione mentale di indietreggiare
se le teorie, i credo o gli interessi vengono messi in pericolo; se c’è
qualcuno di loro, io lo invito, con tutta la gentilezza possibile, a farsi da parte
adesso, ora che può farlo senza parole o sentimenti cattivi. Poiché, se
comprendo lo spirito di questa Società, essa si dedica all’intrepido e
coscienzioso studio della verità, e si impegna, individualmente e
collettivamente, a non tollerare niente che intralci il suo cammino. Per
quanto mi riguarda – povero, debole uomo, onorato oltre ogni limite dall’elezione
a questo posto d’onore e di pericolo – posso solo dire che nel bene e nel male,
il mio cuore, la mia anima, la mia mente e le mie forze sono impegnate in
questa causa, e sarò saldo fino a quando in me ci sarà un soffio di vita, anche
se gli altri si ritireranno e mi lasceranno solo. Ma non sarò solo, e neppure
Se comprendo correttamente il nostro lavoro, è e
sarà quello di aiutare a liberare le menti dalla superstizione teologica e da
un’umile arrendevolezza all’arroganza della scienza. Per quanto poco o tanto
possiamo fare, penso che sarebbe stato difficilmente possibile sperare in
qualcosa, se il lavoro fosse iniziato in un Paese che non permette una perfetta
libertà politica e religiosa. Certamente sarebbe stato inutile tentare, tranne
dove tutte le religioni sono simili di fronte alla legge e dove l’eterodossia
religiosa non opera alcuna limitazione dei diritti civili.
La nostra Società è, oso dire, senza precedenti. Dai
giorni in cui i neoplatonici e gli ultimi teurgi di Alessandria furono dispersi
dalla mano assassina della Cristianità fino ai nostri giorni, non si è mai
tentato un rilancio degli studi della Teosofia.
Ci sono state società segrete politiche, commerciali
ed industriali, e società di massoni e loro deviazioni ma, anche in segretezza,
non hanno cercato di attuare il compito che si presenta davanti a noi, e che
noi svolgeremo apertamente.
Ai membri delle sette Protestanti e Cattoliche
dobbiamo mostrare l’origine pagana di molti dei loro idoli sacri e dei loro dogmi
più cari; alle menti liberali nella scienza le profonde conquiste scientifiche
degli antichi magi. La società è arrivata ad un punto in cui qualcosa
deve essere fatto; sta a noi indicare dove quel qualcosa può essere trovato.
Se paragoniamo la nostra organizzazione al suo
archetipo, dove può essere trovato? Non può essere chiamato teurgico, poiché i
teurghi non solo credevano in Dio, ma Lo conoscevano attraverso i Suoi
attributi poiché essi esistono nella LUCE ASTRALE, o, come la chiamavano i
Cabalisti del mondo antico,
I Neoplatonici formarono una scuola di filosofia che
nacque ad Alessandria in concomitanza con il Cristianesimo, e fu l’ultima
scuola pubblica di teurgia. Basò il suo sistema psicologico su quelli di
Pitagora e Platone, ma derivò molto di più dalla fonte primordiale di tutte le
religioni, i libri di Hermes ed i Veda, rispettivamente dell’Egitto e
dell’India. L’esoterismo ebraico influenzò non poco il Neoplatonismo, in quanto
la vera teurgia a quel tempo era degenerata ed i pochi adepti rimasti avevano cercato
la solitudine con gli Esseni ed in India i Neoplatonici non avevano più accesso
ai veri trattati sulla Divina Scienza (che furono raccolti e nascosti con cura
in un posto segreto pochi giorni prima dell’incendio della biblioteca di
Alessandria per mano di Giulio Cesare), pertanto dovettero rivolgersi
all’esoterismo di Mosè e dei Settanta. Il Neoplatonismo fu influenzato sia dal
pensiero orientale che da quello occidentale; ed i suoi esegeti tentarono di
presentare gli elementi della Teosofia e della Filosofia secondo le dottrine
primitive dei profeti orientali in combinazione con il Platonismo poetico ed il
Positivismo di Aristotele sotto forma di dialettica greca. Le loro dottrine
furono: la dottrina Orientale dell’Emanazione; il Numero Pitagorico dell’Armonia;
le idee Platoniche della creazione e la separazione dal mondo dei sensi2. Essi credevano negli
spiriti elementari, che evocavano e controllavano, fatto questo di particolare
interesse per noi.
Non possiamo, ovviamente, includerci tra il numero
di spiritisti americani che accettano implicitamente tutti i fenomeni genuini
prodotti da spiriti incorporei, poiché mentre alcuni di noi credono senza
riserve nel ritorno occasionale degli spiriti umani e nell’esistenza dei veri medium, altri screditano entrambi. In
più, di coloro che credono, alcuni non solo ammettono la possibilità di forze
occulte della natura che vengono dirette, consciamente od inconsciamente, dalla
volontà umana per la produzione di risultati strabilianti, ma riconoscono
anche, in molti dei fenomeni fisici chiamati spiritistici, l’intervento di
spiriti elementari che spesso falsamente incarnano delle persone che non sono
in comunione con i circoli [spiritici n.d.t.] e rispondono ai pensieri che sono
percepiti da loro chiari come appaiono i
ciottoli dentro i ruscelli ed echeggiano e risuonano ad ogni idea stravagante
che agita la mente di chi interroga.
Lo Spiritismo imperversò a Roma al tempo di Ammiano
Marcellino, il quale racconta che nei giorni dell’Imperatore Valente (371 d.C.)
alcuni Greci che desideravano formare una società di teurghi furono portati a
processo per aver tentato di accertare, attraverso le arti magiche, chi dovesse
succedere al trono. Utilizzarono una piccolo tavolo a forma di treppiede,
prodotto a corte, e sotto tortura confessarono quanto segue: “Abbiamo costruito questo tavolo in legno
d’alloro sotto solenni auspici. Avendolo debitamente consacrato pronunciando
sopra di esso le preghiere, come ordinato nei trattati che abbiamo sottratto ad
un Sommo Sacerdote a Delfi, e usando manipolazioni magnetiche, siamo riusciti a
fargli emettere degli oracoli”. Sopra il tavolo pendeva dal soffitto un
grande anello in bronzo che si muoveva qua e là, e colpendo le lettere
intagliate nella circonferenza della sommità del tavolo, dava prolisse
comunicazioni. Valente odiava Teodoro, un uomo virtuoso, e mentre l’anello in
movimento sillabava le lettere T-e-o-d e poi si fermava, l’Imperatore, per
assicurarsi che l’oggetto del suo malcontento non occupasse il trono, lo
condannò a morte: ma l’assassino prese una precauzione inutile, in quanto
Teodosio succedette alla porpora, ed il pronostico del tavolo si rivelò essere
esatto.
Ecco la differenza tra i fenomeni spiritici moderni
e gli effetti prodotti dai teurghi: mentre nessuna fiducia può apparentemente
essere riposta sulle comunicazioni spontanee dei primi senza convalida, i
secondi non possono essere menzogneri, poiché gli adepti non permetteranno agli
spiriti di avvicinarsi o parlare. I fenomeni mesmerici, che necessariamente ci
invitano ad un attento studio, erano noti già nell’antichità, e sono descritti
da Seneca, Marziale, Plauto e Pausania.
Non siamo rappresentanti della scuola degli Stoici,
in quanto “essi pensavano che l’Universo
fosse fatto di materia, e che fosse un grande animale che vive, perché non c’è
niente che interferisce con esso”3. Inoltre, gli allievi di
Zeno insegnavano non solo che gli uomini dovrebbero essere liberi dalle
passioni ed impassibili davanti a gioia o dolore, ma anche che dovrebbero
sottomettersi all’inevitabile necessità dalla quale tutte le cose sono
governate; e fondiamo questa Società come simbolo del nostro scontento per lo
stato attuale delle cose e per sforzarci di portare qualcosa di meglio.
Infine, non assomigliamo agli atei legati all’atomismo,
che consideravano ogni cosa un’ammasso di atomi, in quanto la materia può
essere separata in particelle, e quindi non può esserci un essere incorporeo
indivisibile, mentre il titolo della nostra Società indica che speriamo di
ottenere conoscenza dell’esistenza di un’Intelligenza Suprema e di un mondo di
spiriti, con l’aiuto dei processi fisici. No, non siamo niente di tutto ciò, ma
semplicemente investigatori con lo scopo più onesto e la mente più imparziale,
che studiano tutte le cose, le provano tutte e si attengono saldamente a ciò
che è buono.
Plotino, Porfirio, Giamblico ed i Neoplatonici
lavoravano tutti alla teurgia separatamente, e nei loro incontri si scambiavano
l’un l’altro i risultati dei loro studi ed esperimenti. I loro neofiti erano
obbligati a seguire questa regola diligentemente, e tutti dovevano proteggere
ed aiutare ogni filosofo, specialmente ogni teurgo, non importa da dove venisse
o quale scuola rappresentasse.
Gli Ermetisti del Medioevo erano tutti Neoplatonici
ed impararono le loro dottrine da essi. Per alcuni aspetti siamo simili a loro,
e tuttavia essi avevano dei dogmi da impartire, che noi non abbiamo; ed inoltre
erano tutti credenti della Teosofia mentre noi siamo, con due o tre eccezioni,
dei semplici investigatori, che intraprendono un compito molto più difficile
del loro, in quanto non abbiamo a portata di mano “materiale” pronto per credere, ma dobbiamo crearlo da noi stessi.
Siamo della nostra epoca, e tuttavia alcuni passi
più avanti, sebbene alcune riviste e scrittori di opuscoli, più loquaci che
veritieri, ci abbiano già accusato di essere reazionari che passano dalla luce della
modernità (!) all’oscurità medievale ed antica! Cerchiamo, indaghiamo, non
rifiutiamo niente senza un motivo, e non accettiamo niente senza prova: siamo
studenti, non insegnanti.
Dovremmo familiarizzare con i molteplici poteri
della mente umana e testare le asserzioni relative alla potenza della volontà umana.
Mesmerismo, Spiritismo, Od, la luce
astrale degli antichi (adesso chiamata etere universale) e le sue correnti –
tutto ciò ci offre i più vasti ed affascinanti campi di esplorazione. Ai nostri
incontri quindicinali leggeremo, per istruirci, le ricerche e gli esperimenti
dei membri e degli eminenti corrispondenti in questo ed in altri paesi, ed
avremo test, esperimenti e dimostrazioni pratiche a seconda dell’occasione
offerta. In base alla disponibilità di fondi, stamperemo e diffonderemo i
nostri documenti e tradurremo, ristamperemo e pubblicheremo opere dei più
grandi maestri di Teosofia di tutti i tempi.
Ma finora i nostri in qualche modo incongrui
elementi sono armonizzati, ed un interesse comune risulta dalla maggiore
familiarità con la nostra materia, non affermo in via anticipata che ai nostri
incontri generali testimonieremo tali fenomeni teurgici come erano esibiti nei
templi antichi.
È ugualmente impossibile ottenere questi risultati senza una perfetta comunione di pensiero, volontà e desiderio, come lo era per Gesù compiere i suoi miracoli a Nazareth a causa della prevalente miscredenza, o per Paolo ad Atene, dove la plebe sapeva come controllare le sottili correnti che lui padroneggiava con la sua volontà. Una volontà singola, molto positiva ed ostile, è sufficiente, quando viene introdotta in un circolo spirituale, per distruggere completamente il potere dei medium. Se il professor Tyndall fosse stato a conoscenza di questa legge, non avrebbe scritto le sue sciocchezze alla Società Dialettica. Il professor Stainton–Moses, dello University College di Londra, mi scrive che, di frequente, in base alla sua esperienza il semplice ingresso di una persona cosí nella casa – neppure nella stanza – ha fatto questo. Il sig. Crookes dice che Florence Cook, la sua medium, è stata rovinata per una stagione da una passeggiata lungo Regent Street: ogni persona che le passava accanto sfiorandola l’ha privata di una parte dei suoi poteri di medium. Indipendentemente dal fatto che questa persona sia una medium o un’impostora, non metto in dubbio che ciò possa corrispondere a verità. Chiunque abbia studiato mesmerismo è consapevole del fatto che non si possono raggiungere risultati soddisfacenti senza un perfetto accordo tra coloro che sono impegnati nell’esperimento e quelli che stanno in disparte come spettatori. Stando così le cose, come possiamo aspettarci che come Società potremo fare delle chiare dimostrazioni del controllo degli adepti teurghi sui sottili poteri della natura?
Ma ecco che entrano in gioco
le possibili scoperte di Mr. Felt. Senza pretendere di essere un teurgo, un
mesmerista o uno spiritista, il nostro Vice Presidente promette, con semplici
strumenti chimici, di farci vedere, come ha fatto prima con altri, le razze
degli esseri che, invisibili ai nostri occhi, popolano gli elementi. Pensate
per un momento a questa strabiliante pretesa! Immaginate le conseguenze della
dimostrazione pratica della sua verità, per la quale il signor Felt sta ora
preparando l’apparato richiesto! Che cosa dirà
Note:
1. Si veda la bozza di una lettera con la calligrafia del Maestro Serapis a Madame Leymarie, a pag. 483 – C. J.
2. Si veda la Storia della Magia di Ennemoser.
3. Si veda Storia del Sovrannaturale di Howitt.
Traduzione Patrizia Moschin Calvi.