RENNES-LE-CHATEAU E IL TESORO DEI CATARI
di Serena Rondello

Il movimento cataro ha rappresentato la più grande minaccia nell’arco della storia medievale per l’ortodossia cattolica. Nacque in un momento molto delicato, quando la Chiesa era all’apice della sua grandezza e il potere temporale aveva ormai assunto una dimensione spropositata mentre, dall’altro canto, il popolo soffriva fra la miseria, la fame, la malattia e c'era il bisogno di far sentire la sua voce.
Inizialmente la Chiesa cercò di portare i Catari sotto la propria ala protettiva e i tentativi furono davvero molti: fra il 1170 e il 1208 legati pontifici e monaci cistercensi andavano predicando di legarsi al potere del cattolicesimo, ma tale fu l’opposizione di questo movimento da spingere il papa Innocenzo III a proclamare la ben nota crociata capeggiata dall’abate di Citeaux contro gli Albigesi (il nome deriva dal fatto che i primi fondatori provenienti dai Balcani si stanziarono nella regione di Albi nel sud della Francia). 


Nella foto a lato, Cattedrale di Albi

 

A partire da questo momento ebbero inizio una serie di aspre lotte nelle quali i Catari non perderanno mai, neanche davanti al rogo, la parola data al loro credo: le persecuzioni incessanti dell’Inquisizione e una serie di episodi sfavorevoli decretarono la loro fine, che arriverà definitiva con l’assedio del castello di Montsegur.

I Catari erano un movimento cristiano che per molte particolarità si distingueva dal cattolicesimo, ma a cosa credevano e su quali principi si fondava la loro credenza?
In primo luogo, per i Catari esistevano un dio malvagio, Satana, il quale aveva influenzato le scritture del Vecchio Testamento e modellava tutto ciò che è fatto di materia fra cui il corpo degli uomini e un dio buono, in grado di creare dal nulla. L’anima e lo spirito erano stati creati da quest’ultimo, ma l’anima sta dentro al corpo mentre lo spirito la vigila dall’esterno. Sempre secondo il concetto che Satana è legato al mondo materiale, la terra stessa è vista come un luogo malvagio così come il corpo che tiene prigioniero un angelo e i Catari consideravano esempio di eccelsa unione fra corpo e anima, quella avvenuta fra Gesù e Maria Maddalena.

Gli uomini, per unire queste due parti, ricevevano da adulti una sorta di battesimo spirituale, il consolamento che si badi bene, non è assolutamente il sacramento che celebriamo al giorno d’oggi con l’acqua: i Catari non ammettevano né il battesimo con l’acqua né l’Eucarestia né tanto meno ogni edificio sacro. Chi riceveva il consolamento diventava perfetto (parfait) e faceva parte della vera Chiesa di Dio, la Chiesa interiore che i Catari anteponevano a quella cattolica; chi non riceveva il consolamento era semplicemente un credente.
In base a questa logica di elogio della purezza e condanna della materialità, anche la croce sulla quale Gesù è stato crocifisso rappresentava uno strumento diabolico perché è stato solo un mezzo di tortura materiale.

Certo i presupposti erano nettamente diversi da quelli del cattolicesimo, ma cosa ha spinto la Chiesa ad elevare il loro credo ad eresia e ad eliminarli radicalmente? Erano in possesso di qualcosa di talmente importante che poteva nuocere alla chiesa cattolica? Non poteva essere solo perché in Linguadoca il movimento si era radicato così tanto ed era stato assassinato un legato pontificio: questo è stato solo il pretesto perché Innocenzo III bandisse la crociata.
Prima dell’incendio di Montségur (nella foto), pare che all’interno della fortezza si fossero verificati fatti misteriosi: nel gennaio del 1244 pare nascosero in una grotta segreta un enorme tesoro e il 13 marzo tre parfaits e un credente lasciarono la costruzione per portare via qualcosa di molto prezioso. Il comandante della difesa catara, Pierre-Roger Mirepoix, dichiarerà agli Inquisitori che i tre perfetti avevano portato in un luogo sicuro il tesoro, ma a Montségur non ne fu mai ritrovata traccia.

In questi ultimi tempi sta prendendo piede la tesi per cui Rennes-le-Chateau, che dista da Montségur solo 40 km, potesse essere uno dei rifugi del tesoro dei Catari, di cui anche i Templari erano a conoscenza e a favore di questa ipotesi vi sono stati segni e testimonianze, avvalorati e smentiti con un’unica certezza: i Catari e i Cavalieri del Tempio celavano qualcosa di molto scomodo e tremendo per la Chiesa Cattolica. Oggi non sappiamo ancora cos’era e abbiamo le idee troppo confuse per riuscire a localizzare dove possa essere posizionato, sempre che di un tesoro materiale si tratti… (file aggiornato nel Novembre 2005).

                                                 Serena Rondello

RENNES-LE-CHATEAU: LE CONCLUSIONI
di Devon Scott

Dopo decenni di studi, un migliaio di libri, innumerevoli trasmissioni televisive e articoli su quotidiani e riviste in tutta l'Europa, si possono finalmente tirare le conclusioni e mettere la parola fine al mistero di Rennes-le Chateau?
Niente affatto!
Certamente le ricerche effettuate hanno permesso di separare il grano dal loglio, cioè di sfrondare il campo da illazioni, pure invenzioni, misteri costruiti a tavolino, sciocchezze sensazionalistiche, anche se alcuni autori si ostinano ad esaltare l'aura di mistero intorno a fatti che misteriosi non sono più da un pezzo, come la storia del presunto Priorato di Sion; e ogni tanto capita ancora che qualcuno scriva saggi sul tesoro di Rennes trovato da Bérenger Saunière, ripetendo una storiella a cui ormai credono solo gli ingenui e acritici sostenitori dei misteri a tutti i costi.

Però. tra tante stupidaggini, restano misteri che sono davvero tali, non solo su Rennes-le-Chateau, ma su tutta l'area del Corbières. E qualche studioso sta facendo passi avanti.
Del mistero dell'Abbazia di Carol hanno già parlato Roberto Volterri e Alessandro Piana nell'
articolo e nel loro libro: un altro tassello verso il chiarimento.
Ma ci sono altre strade da percorrere. Partiamo da un saggio veramente ottimo, che vi consiglio caldamente di leggere, Rennes-le-Chateau: dal Vangelo perduto dei Cainiti alle sette segrete, edito dalle Mediterranee.


L'Autore, Mariano Bizzarri, è ricercatore e oncologo, docente di Biochimica e professore di Patologia Clinica presso l'Università La Sapienza a Roma, ed è anche un appassionato studioso di simbolismo, di religioni e del mistero di Rennes, a cui ha dedicato anche un altro libro, Sulle tracce del Graal, del 1996, scritto in collaborazione con F. Scurria: il primo libro italiano su Rennes-le-Chateau.
Dopo aver chiarito le mistificazioni nate attorno a Rennes e al suo curato, Bizzarri fa il punto sugli interrogativi reali, quelli che non sono stati ancora chiariti. Parla della società delle Amicizie Angeliche, un misterioso centro di potere, in qualche modo collegato col celebre motto "
Et in Arcadia ego"; dello Hièron du Val d'Or, un'inquietante associazione che ben pochi hanno chiamato in causa nella storia di Rennes; delle società segrete a cavallo tra la fine del 1800 e l'inizio del secolo seguente, con le loro ramificazioni; di un misterioso assassinio a Coustassa; di membri di società iniziatiche coinvolti nella storia.

La parte più originale è l'accenno ad un popolo misterioso, di cui si favoleggia nei libri sulle leggende della zona. Josette Villefranque, autrice di un interessantissimo libro, Imagerie des Corbières, racconta di una pastorella che, alla ricerca di una pecorella scomparsa, sentì un belato in fondo ad una gola. Dopo essere scesa, trovò la pecora, ma anche l'accesso ad una caverna collegata ad altre grotte. Sul terreno vide anche pochi pezzi d'oro. Li raccolse e, tornata al villaggio, lì mostrò ai compaesani. Nessuno credette alla storia dell'oro nella caverna: ritenuta una ladra, venne giustiziata.
Bizzarri cita gli studi di Louis Fédié, autore di analisi storiche sulla zona di Haut Razès. Fédié ha parlato di un complesso di caverne sotto Rennes e di un popolo di esseri soprannaturali, detti
Las Encantados, obbligati a vivere nelle caverne, adoratori della Grande Madre e di un dio cornuto, caratterizzati da piedi palmati e deformità nel viso e nel corpo. Di questo popolo, che si potrebbe credere parto di una fantasia troppo accesa, esistono invece prove storiche, in una serie di leggi restrittive, che li obbligavano a nascondere i piedi, coprire il capo senza capelli e portare sugli abiti un segno d'infamia: una zampa d'oca dipinta di rosso. Fu la Rivoluzione Francese ad eliminare questi segni di discriminazione.

E' questo il vero mistero di Rennes-le-Chateau? Quanto riuscì a scoprire Bérenger Saunière? Esiste davvero una società segreta che controlla da secoli tutto ciò che succede nel Razès? Una società anti-tradizionale, con lo scopo di seminare dubbi con una serie di pretese rivelazioni, che portino ad una falsa spiritualità?
L'Autore conclude: "Nel loro insieme questi dati concorrono a definire un quadro sconcertante: quello di un segreto tramandato nei secoli e in qualche modo conosciuto da un ristretto gruppo di potere, fermamente intenzionato a rovesciare l'ordine costituito e ad affermare una sorta di contro-tradizione, destinata a preparare il terreno per l'avvento di un
novum regnum, che di evangelico avrebbe finito per avere solo il nome..." (opera citata, pag. 211).

No, il mistero di Rennes-le-Chateau è ancora ben lontano dall'essere chiarito, se mai lo sarà... (file aggiornato nel Novembre 2005).

                                                 Devon Scott

Dal sito: www.specchiomagico.net : Per gentile concessione del portale e degli autori.

Torna alla Mappa del portale

Torna ad Esoterica

HOME